I Talebani del Cerro Torre
di Stefano Lovison
Lo avevamo scritto su Alpine Sketches: dalle parti del Cerro Torre l’etica alpinistica si stava trasformando in una religione, con i suoi sacerdoti e i suoi guerrieri, e soprattutto con il suo demonio: Cesare Maestri, visto come la fonte di ogni male.
E gli ultimi sviluppi lo hanno confermato in maniera drammatica. Alla cancellazione del toponimo Colle della Conquista – che a prescindere dall’opinione che ognuno di noi può avere di Maestri ha fatto sognare per decenni intere generazioni di alpinisti – da parte del sito PATAclimb.com gestito dal guru della catena di Chaltén, Rolando Garibotti, è seguita un’azione assai più militante e arrogante: la distruzione della via del Compressore da parte di Jason Kruk e Hayden Kennedy.
I chiodi a espansione piantati da Cesare Maestri nel 1970 non ci sono più: non c’è più quella che Rolo Garibotti sul suo sito definiva sprezzantemente “Via Ferrata” – come se il passaggio di Maestri avesse reso agibile il Cerro Torre a qualunque scalatore della domenica.
Cosa direbbero Bill Denz, Paul Pierre Farges, Marco Pedrini, Reinhard Karl; e che diranno Jim Bridwell e Steve Brewer, Dean Potter, gli italiani della prima invernale, Rosanna Manfrini, Hans Kammerlander, Robert Jasper, gli Anthamatten e centinaia di altri bravi alpinisti che per decenni si sono affannati lungo questa scala di bolt, scrivendo pagine bellissime? Magari, qualcuno di loro inzialmente aveva storto un po’ il naso, ma alla fine quelle pagine facevano trapelare elogi e ammirazione nei confronti di Maestri
Possibile che nessuno di loro si rendesse conto che quella era una banale ferrata e che nessuno abbia rifiutato l’infame richiamo della “pazzia” di Maestri?
Sul Cerro Torre esistono solo due uniche linee di salita complete: la via dei Ragni, da ovest e quella del Compressore sullo spigolo di sud est. Tutte le altre vi si attaccano, prima o poi. Le due vie degli sloveni e Infinito sud, Devil’s directissima, Quinque anni ad paradisum hanno appunto la loro congiunzione dove K&K hanno tolto tutto. E adesso?? Verranno lasciate incompiute? E resteranno incompiute per un gesto di rispetto o pudore simile a quello di Toscanini , che nel 1926 interruppe la rappresentazione della Turandot in omaggio a Puccini che era morto senza concludere l’opera, o semplicemente resteranno sospese nel vuoto di una cieca arroganza?
E perché distruggere solo la via di Maestri del 1970 e non altre vie? Vien da chiedersi come mai solo il compressore sia considerato immondo mentre non lo sono altri simboli del precario equilibrio etico tra tradizione e innovazione, tra modernità e l’esperienza del passato. E viene da chiedersi come mai non ci si accanisca con le altrettanto discutibili vie ‘cantiere’ aperte in più stagioni, o quelle fatte interamente con le corde fisse, per non parlare dei box di alluminio, lasciati come ferite dentro le pieghe del Cerro Torre o gettati giù dalla parete per andare in pezzi poi ingoiati dal ghiacciaio.
Garibotti da tempo ha adottato il termine “by fair means” per definire la sfida alternativa alla via di Maestri. Ermanno Salvaterra ci aveva provato con 4 spit; Chris Geisler e Jason Kruk ne aggiunsero 1: K&K li hanno usati ma con “un uso ragionevole”. Qual è la differenza, da un punto di vista etico, tra l’usarne 10 o 100?
Il fatto di aver divelto un centinaio di chiodi a pressione in nome dei “fair means” giustificherà quindi chi, più bravo di loro, rimuoverà i loro spit? Dobbiamo aspettarci un nuovo medio evo. Stiano in guardia le vie “a goccia d’acqua” in Dolomiti, le big wall in Yosemite, le multipitch del Wenden: “Ehi, alpinisti appesi alle scale di ‘pressione’ su Tis-sa-ack in Half Dome? Stanno calando i barbari per punire l’opulenza di un alpinismo decadente!”
L’azione del canadese Jason Kruk e dell’americano Hayden Kennedy è il frutto di una decisione unilaterale e di una concezione dell’alpinismo in cui vengono a mancare il rispetto per le figure del passato e la capacità di contestualizzare le imprese (o i tentativi) rapportandole alle condizioni di un tempo, all’attrezzatura allora disponibile, all’isolamento di quei luoghi all’epoca di Maestri. El Chaltèn, che nel 2007 si era espressa contro la schiodatura della via di Maestri, ritenendola comunque “patrimonio storico” ha ritenuto giustamente K&K persone non gradite alla comunità.
Spaccando la stragrande maggioranza dei chiodi (con Kruk e Kennedy che si sono arrogati il diritto di stabilire un grado di purezza) si è voluta cancellare la storia, come se Maestri fosse stato un tiranno detestabile e sanguinario e la sua via fosse stata un suo monumento, e non la faticosa traccia di un uomo su una montagna.
Questa faccenda ha prodotto però effetti imprevedibili, e come sempre accade nelle grandi controversie, anche le posizioni più radicali hanno finito per ammorbidirsi, e talune sono perfino cambiate radicalmente. L’azione di K&K è servita per farci ritornare un’immagine di Cesare Maestri diversa, di farcelo vedere quasi simpatico, (lui che della simpatia non ha mai fatto un punto di forza, e anzi…). Hanno tirato fuori di Maestri il lato più umano e fragile: non più l’alpinista che ha stuprato il Torre ma l’uomo che pur detestando quella montagna ci ha vissuto dentro e fuori come nessun altro, e non solo per la sua impresa invernale, quei 54 giorni di alpinismo – seguiti da altri ancora nell’autunno successivo – con congelamenti e l’uso di un compressore a combustibile che si dimostrò se non inutile, un’impresa nell’impresa, alla Fitzcarraldo. È dal 1959 che nel bene e nel male, Cesare Maestri sta dentro il Cerro Torre.
E questa “piccola storia ignobile” ci rende antipatici i puristi, K&K, ma anche e soprattutto Garibotti, con quella sua propensione a codificare tutto, a voler mettere etichette su un mondo caotico e così pieno di variabili: come ha fatto cambiando arbitrariamente il nome di Colle della Conquista in Torre-Egger Col, o catalogando le vie che non finiscono da nessuna parte, o quelle con la cima non raggiunta, con o senza fungo o quanti metri. Garibotti definisce non raggiunte cime in cui l’alpinista è arrivato a pochi centimetri dalla vetta, e più volte ha sollevato dubbi sull’autenticità delle vie e la parola degli alpinisti.
Come dicevamo si è trattato di una crociata e non di un sano dibattito: sono mancati gli interlocutori e i più giovani e rampanti, quelli con l’ego più smisurato (lo stesso ego che nelle azioni guidò il Maestri di 40 anni fa, ricordiamolo ai critici) hanno preso in mano la faccenda. L’avesse fatto Garibotti sarebbe stato più comprensibile ma non ne ha avuto il coraggio, non solo alpinistico, il coraggio morale delle sue azioni ed è per questo lo biasimo alla stessa stregua di K&K.
E alla comunità alpinistica chiedo quanto questo accanimento che dura da una vita possa continuare ad avere un senso. Il monito verso K&K da solo non basta, e d’altra parte penso sia impossibile pretendere azioni di rivalsa o ancora il ripristino o il recupero della via del Compressore così com’era: penso però che possiamo chiedere che almeno non sia cancellata dalle guide e dai topos. Chiedo dunque che non venga rimossa dalla memoria collettiva e che la figura di Cesare Maestri venga riabilitata completamente, dal punto di vista umano e alpinistico, e che si colga la luce di sincerità che circondò le sue azioni fin da quella sua prima drammatica salita al Cerro Torre con Toni Egger e Cesarino Fava.
Stefano Lovison
ringrazio Marina Morpurgo per l’aiuto
approvano e sottoscrivono questo articolo:
Pietro Agosti, Luca Astesani, Max Bacchilega, Silvio Bagnini, Luca Bassi, Damiano Basso, Gianni Battimelli, Sergio Bella, Alberto Benassi, Lia Bencivenni, Davide Berti, Paola Bianchi, Nicoletta Bocca, Annalisa Boccanera, Enrico Bortolato, Paolo Boscariol, Marco Bresolin, Diego Brezzo, Giovanni Busato, Matteo Caffini, Alberto Calesini, Luca Calvi, Adriano Campardo, Paolo Capponi, Antonio Castaldi, Lorenzo Castaldi, Alberto Castioni, Davide Cecchi, Luca Cesaretti, Nicola Ciancaglini, Samuela Cobianchi, Valerio Coletti, Paolo Colombera, Lorenzo Conserva, Andrea Corradi, Nicola Cozzani, Claudio Cremona, Paolo Cristofari, Francesco Davini, Angelo Davorio, Davide De Bona, Davide De Carli, Dario De Rossi, Saverio De Toffol, Aldo Dello Iacovo, Lorenzo Don, Roberto Donati, Luigi Drovetti, Massimo Esposito, Matteo Faganello, Luigi Fantoni, Andrea Ferrari, Marco Flamminii Minuto, Giovanni Folli, Emanuela Franchin, Andrea Gabrieli, Giovanni Garau,Monica Gardellin, Andrea Gasparotto, Gianluca Gemin, Gabriele Giardini, Luca Giraldo, Emiliano Giuffrida, Alberto Graia, Edoardo Gri, Eva Grisoni, Daniele Guastavino, Uliano Guerrini, Daniele Guidi, Roberto Iannilli , Bruno Illuminati, Andrea Jasson, Marco La Magna, Francesco Lamo, Marco Lanzavecchia, Roberto Losco, Pierpaolo Lovisa, Valentino Lunelli, Bastianina Madeddu, Ermanno Maistri, Andrea Malacco, Alberto Malinverni, Paolo Marchiori, Matteo Marin, Cesare Mauri, Lorenzo Mazzola, Simone Mazzoletti, Gabriele Meraviglia, Giovanna Moltoni, Bruno Moretti, Mario Moretti, Marina Morpurgo, Ester Moscati, Sebastiano Motta, Enzo Nardelli Claus, Matteo Negri, Walter Novello, Andrea Orlini, Jimmy Palermo, Cristiano Pastorello, Umberto Pellegrini, Emanuele Pellizzari, Pelucchi Stefano, Marco Penzo, Emmanuele Pescialli, Carlo Piovan “Rampegon”, Alberta Poltronieri, Giovanni Ponziani, Flavio Poratello, Rudy Prampolini, Mauro Puntel, Enrico Rettore, Rinaldi Silvano, Fabio Riva, Giacomo Rovida, Fabrizio Rofi, Anna Maria Rosanò, Simon Russi, Giovanni Sabatini, Alessandro Saggio, Davide Scaricabarozzi, Claudio Schwarz, Noemi Sciuto, Jacopo Selleroni, Marinella Sia, Loretta Spaccatrosi, Ennio Spiranelli, Donaji Suarez, Massimo Tamborini ‘il Tambo’, Mirella Tenderini, Giorgio Tessaro, Francesco Tibaldo, Paolo Tomasi, Enrico Tomasin, Fausto Tonetto, Stefano Tononi, Giuseppe Traficante, Guido Valota, Marco Vegetti, Antonio Virtuoso, Luca Visentini, Carlo Xodo, Fabio Zafalon, Filippo Zolezzi
e le guide alpine:
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Matteo Bernasconi
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Alpine Sketches © 2012
Articolo assolutamente da tradurre in inglese a beneficio della comunità alpinistica mondiale…
bè, un occhiatina anche al sito
http://www.lacachania.com.ar/seccion.php?id_seccion=3 , ce la darei. solo per vedere anche come la pensa l’altra metà di chi ha saputo di questa vicenda dei chiodi di Maestri sul Torre. Non mi schiero perchè non credo nell’etica dell’alpinismo, ma prima di sentenziare (cosa che mai mi sentirei di fare, come invece ho visto che hanno fatto anche un sacco di miei amici) mi ascolterei e/o leggerei anche i pareri di chi non vive nella nostra italietta coi “capispedizione” e la “tradizione dura a morire”. Pareri disincantati e slegati totalmente dalle nostre ideologie caiote.
Buona informazione a tutti!
marcello
Un articolo, secondo me giustamente, molto più “arrabbiato” del solito. Mi lascia sempre più sconcertato il fatto che da noi non ci sia, al di là di qualche eccezione, nessuna presa di posizione da parte degli alpinisti “forti”.
È un piccolo gesto teppistico, di cui i due giovani alpinisti sono solo gli stolti esecutori materiali. L’arroganza dei mandanti non ha tenuto conto che la storia non si può cancellare o addirittura riscrivere a colpi di martello. L’epopea di Maestri (con tutto il suo bagaglio di sofferenza e, anche, errori) rimarrà attaccata saldamente a quella roccia scheggiata.
“What’s done cannot be undone.”
grazie Stefano, come sempre, per lo stile pacato e al tempo stesso incisivo !!!
quoto jimmy, andrebbe tradotto in inglese !
Non mi piacciono le crociate in qualunque direzione esse vadano.
Non mi piace quello che Maestri ingaggiò con il Cerro Torre nel 1970, ma in un certo senso, lo considero una sorta di pietra miliare in negativo, un punto di riferimento per quello che nel rapporto fra uomo e montagna non si dovrebbe essere.
Non mi piace l’ansia revisionista, tipica dei regimi totalitari, che cancellano la Storia facendo finta che non sia mai esistita, rinominando la conoscenza di uso comune, distruggendo quello che c’era, cancellando il ricordo.
Non mi piace nemmeno dovermi schierare. Preferisco i distinguo. Preferisco i discorsi articolati. E invece, nelle discussioni ad alto tasso di partecipazione di imbecilli, si è trascinati tutti verso il basso.
Non mi piace nemmeno, in un momento storico come questo, con una crisi economica pesante che schiaccia la vita di molte persone, vedere taluni affaccendarsi e sprecare energie attorno a un problema che non ha ragione di esistere, se non per la stupidità arrogante di qualcuno.
Ma è sempre così, in fondo. Ed è meglio opporsi ad essa, per quello che vale il nostro tempo, piuttosto che lasciarle campo libero.
E dovendo scegliere, preferisco sempre stare, per principio, fra chi ricorda piuttosto che fra chi cancella.
In aggiunta a quanto sopra, dopo qualche giorno passato a guardare questa che ha assunto toni e forme di una crociata nazionalistica e devo dire che non mi è piaciuta.
Ma il motivo per cui non ho firmato né propagato il documento è l’ultima frase, fideistica, che in un primo momento mi era peraltro sfuggita.
Sticazzi. Direte voi 🙂 ma tant’è.
Ragioni per schiodare quell’obbrobrio ce n’erano, un maggiore distacco avrebbe giovato, nella discussione.
Non si sentiva proprio il bisogno della bravata dei due young guns, che sono riusciti a sfregiare anche la loro stessa impresa.
Purtroppo ormai quello che è fatto è fatto.
Sarà vano sperare che sia l’ultimo errore, almeno sul Torre?
Bel pezzo, bravo.
Alpinismo italiano, tuttologia e caccia alle streghe…
Se parli di Garibotti è italiano di origini ma tutt’altro che sciovinista…
non parlo di garibotti, parlo dell’alpinista italiano medio che è sempre pronto a mettere in croce qualcuno… che pianti gli spit, o che li tolga!
Concordo completamente su quanto scritto. Cancellare la storia e’ un delitto perché si rinnega la cultura purtroppo per loro che hanno compiuto il misfatto che nella loro storia di cultura non ne hanno.
Riguardo al Garibotti ritengo sia un ingrato che non si e’ mai reso conto che se fosse stato per il “torre” oggi farebbe compagnia ai tanti gaucho argentini a pascolare le pecore, senza offesa per la categoria che svolge quell’attività con estrema dignità .
Bravissimo. Da tradurre in inglese, sono d’accordo.
Gran bel articolo che con altrettanto grande puntualità offre spunti di riflessione ai i sostenitori della “squadra” K&K.
MI viene da riproporre un vecchio e ridondante detto: “Il meglio uccide il bene”.
Nell’azione sfacciata e tracotante dei climber d’oltre oceano non vi è traccia nè dell’uno, nè dell’altro.
Infine, grazie per queste righe “mature”.
Quando ho letto la notizia su Planet Mountain ho subito pensato:-possibile che nessuno dica niente della azione vergognosa di K&K???…
La storia, nel bene e nel male, non va mai cancellata.
un po’ di riconoscenza, verso chi, con caparbietà e sofferenza, ci ha aperto la strada
bravi, bel lavoro, grazie
Non spegni la luna se gli spari contro.
breve, coinciso e preciso come sei di solito.
concordo!!!
Bello!
Pingback: Caro Paolone « la fiera della vanità
Circa 15 anni fa mi capitò di intervistare Cesare Maestri. Fu un pomeriggio di cui serbo un ricordo stupendo, quello di un colloquio con un Uomo – non un alpinista, non un commerciante o uno scrittore, tutte attività intraprese da Maestri – solo un uomo che provava con cocciutaggine estrema ad essere se stesso continuando, nonostante l’età, a mettersi in discussione. La cosa che più mi colpì fu quando disse: “Cosa resterà di me? Quale sarà il ricordo che rimarrà dopo che sarò morto? Cosa resterà di tutto il sudore e il sangue che ho lasciato sulle tante pareti che ho salito, tracce minime e già sparite alla prima pioggia. La gente si ricorderà di me solo come di una scimmia brava a salire dove non riusciva nessuno e basta? O avrò lasciato anche qualche cos’altro?”
Sicuramente Maestri è stato ed è un essere orgoglioso, frutto (ma anche vittima) della sua epoca, così come, purtroppo lo sono anche i due americani, in tutto e per tutto figli e vittime di questi nostri tempi piccoli e squallidi. Una differenza minima forse, ma sostanziale.
belle parole quelle su Maestri, grazie Alberto.
un azione indegna di persone che amano la montagna. una facile ricerca di gloria a basso costo. bel articolo stefano condivido in pieno
Non conosco Stefano Lovison, ma mi associo completamente alle sue parole di biasimo nei confronti di Rolando Garibotti e dei due ingenui K&K che si sono lasciati plagiare da qs crociata contro uno dei miti (che piaccia o no, fu uno dei principali artefici del VI grado dolomitico negli anni 50′) dell’alpinismo italiano e mondiale.
Ho avuto la fortuna di incontrare un paio di volte Cesare Maestri e di stringere quelle sue mani ruvide capaci di salire e scendere da vie di VI senza socio e senza corda e mi ero convinto che facesse bene a non combattere contro l’infamia (nessuno è mai riuscito a dimostrare che nel ’59 non sia arrivato in cima al Torre, nonostante lui abbia sempre affermato di esserci giunto con Toni Egger) al contrario di come l’altro mito Walter Bonatti ha speso tutta la vita per vedere riconosciuta la verità dei fatti avvenuti sul K2…dicevo mi ero convinto che avesse ragione lui, che lui non dovesse dimostrare più nulla a nessuno (andate a ripetere le sue vie in Dolomiti e capirete), ma mi sbagliavo.
Non so se il buon Maestri legga FB, ma spero che qcn che gli è vicino lo faccia, e che torni a dire la sua perchè solo lui ha il diritto di replicare ed io e molti altri (ne sono certo) che rispettano la parola di un’alpinista (a me Maestri non mi deve DIMOSTRARE di essere arrivato in cima al Torre, me l’ha detto e ciò mi basta!!) si schiereranno dalla sua parte, non tanto per essere arrivato o no sulla cima nel 59 o nel 70, ma semplicemente per portare rispetto al Ragno delle Dolomiti, senza il quale, probabilmente, Garibotti, Salvaterra, K&K nemmeno avrebbero osato tentare di salire il Torre.
Non ero informato di quanto successo e la cosa, devo dire, mi fa tremendamente incazzare…
Garibotti mi è sempre stato sulle palle, perché ho una epidermica repulsione per i sacerdoti improvvisati di una religione loro personale…e soprattutto per coloro che mancano di rispetto per tutto quello che non è loro…Di questi K&K non avevo mai sentito parlare e sono certo che fra ben poco tempo nessuno ne sentirà ancora parlare… come capita a chi, per farsi conoscere, usa la fama di altri e si aggrappa alla polemica per poi scomparire da quella storia che hanno solo sfiorato… Incredibile che siano sempre le persone più insignificanti a causare i danni maggiori.
Il fatto comunque è di una gravità inaudita e crea un precedente pericolosissimo per tutto ciò che potrebbe non piacere a qualcuno… e quindi per tutto…
Mi verrebbe la voglia di prendere i miei Phantom 6000 ed iniziare a pestare i cocones sia di Garibotti che di questi K&K (nemmeno i nomi riesco e voglio ricordare) per cercare di sentirmi un po’ meglio.
Ma sarebbe comunque difficile sentirsi meglio dopo che alla tua storia ed all’intera storia dell’alpinismo è stato strappato via qualcosa di importante, che nessuno aveva o avrà mai il diritto di cancellare!
Maurizio Giordani
Sposo l’idea di Maurizio, come sai, ho già avuto modo di esprimere la mia idea su queste crociate.
personalmente ho sempre pensato che quel compressore abbandonato lassu’ non e’ stato un gran gesto di rispetto nei confronti di quella stupenda montagna…
Mi chiedo quale sia la priorita’… rispettare le storie degli uomini su quelle montagne o rispettare i luoghi stessi in cui le storie si sono susseguite?
Il gesto è stato infantile: i due “fabbri” hanno usato la forza e non il cervello,come due svogliati alunni che strappano qualche pagina del libro di storia gravemente carenti della pazienza di leggere e della saggezza di capire.
Propongo il contrattacco: una raccolta spontanea di fondi per organizzare una spedizione italiana “riparatrice” che “rimargini” le ferite inferte alla parete .
I primi cento euro sono i miei !.
bellissimo, profondo, umano articolo.
Voglio solo aggiungere che sono arrivato qua perchè Simone Moro l’ha condiviso su Facebook , scrivendo a sua volta parole simili di grande disappunto per l'”opera” dei 2 boys.
Artcolo molto incisivo, che condivido pienamente.
Nessuno si dovrebbe arrogare il diritto di cancellare la “storia”, che è anche la mia.
Stefano Righetti
Pingback: Alpine sketches – Cerro Torre
Ho provato due volte a salire quella montagna. Ho sempre sputato l’anima e sudato freddo fino a raggiungere solo l’inzio della fila dei chiodi. Mi sarebbe però piaciuto agganciarli uno per uno fino alla cima. Ci fosse stato un po’ di venticello nemmeno i fantomatici K&K avrebbero avuto il tempo di compiere le loro malefatte. Che tristezza, per me non ci sarà una terza volta, ma forse è meglio stare lontani da quella fiera e non dover rendere conto a guardiaparco o altri padroni. La Patagonia non è poi una terra tanto libera quanto viene dipinta.
tre parole rivolte ai “signori” in questione (e ai loro simpatizzanti):”IGNORANTI,ARROGANTI,PENOSI”.
chi vuole cancellare la storia e i passi che ci hanno portati a fare quello che oggi facciamo,domani non sarà capito e accettato da chi inevitabilmente lo supererà .Già da oggi la sua credibilità,è in bilico e vacilla !
io sono contento che l’abbiano fatto perché adesso il cerro non ha più vie facili di accesso. Del resto non mi interessa. Garibotti è uno sfigato revisìonista e tutti a dargli credito (se vuoi annullare il tuo “nemico”: ignoralo) invece qui tutti a parlare di lui. Vuol dire che lo rispettate e lo temete. Poi: Maestri è stato un visionario molto forte e arrogante esattamente come ‘sti due boci qui. Nulla di scandaloso. Porcata e controporcata. Se vogliamo: porcata storica, e controporcata storica. Se tirano giù un ecomostro del ’70 siete contenti o no? lA via di MAestri è una mostruosità? Tutti gli hanno tirato merda in testa però poi tutti agnellini sui suoi cacchio di pressione…
Mi sembra una crociata di sfigati contro uno sfigato e due ragazzini arroganti ma che hanno avuto le palle di fare una cosa e di metterci la faccia. E qui a versare fiumi di inchiostro per dire che sono degli assassini. Ma hanno fatto, a differenza di chi commenta, bene o male non mi interessa. Hanno fatto. Queste crociate sono veramente di una pochezza di contenuti e di riflessioni miserrima.
La retorica che la storia va rispettata è una cagata demagogico-populista che neanche i consiglieri di Berlusconi gli avrebbero suggerito, da tanto è indifendibile.
Bah, mandatemi a cagare serenamente, ma sono sicuro che tra tanti che leggono, adesso la metà ha paura di dire che è contenta, perché è partita la crociata e tanti “potenti” dell’arrampicata si sono schierati contro, e come 20 ani di berlusconi mi hanno insegnato, in Italia nessuno l’ha votato. E a cedere come si comporta la gene anche su questo argomento, c’è da preoccuparsi che possa accadere di nuovo.
A cagare non ti ci mando, serenamente o meno.
Ma parlare di “crociata” a proposito di questo blog quando la crociata la stanno facendo quelli che applaudono K&K mi sembra almeno bizzarro
(vedi la discussione su supertopo).
Dire che ora il Torre “non ha più vie facili di accesso” è ripetere la battuta di Rolo sulla “via ferrata”. Facile il cavolo, a giudicare da quanto dice chi c’è stato davvero.
“Ma hanno fatto, bene o male non mi interessa. Hanno fatto”. Ecco, questa è proprio una posizione in perfetto stile berlusconiano (e scusa il riferimento, ma questa di berliusconi sei tu che l’hai tirata fuori).
io invece a cagare ti ci mando volentieri.
la tua opinione sul fatto che sia retorico ecc. il rispetto per le vie storiche (la storia s.l. è altra cosa) è una crassa boiata.
sia da un p.d.v. “storico” che da un p.d.v. pragmatico.
…. vecchio… la tua posizione è incongruente.
ti infastidisci quando spittano dove è stato aperto e sempre ripetuto senza spit; ma trovi ininfluente che venga spazzat via lo spigolo maestri dal materiale del primo salitore….
ma non ti pare che entrambe le cose siano i due lati della stessa medaglia?
un conto è dire che la via x o y non ti piacciano come stile di apertura; altra cosa è accettare che venga smantellata.
ed evito di motivare; il tutto è ottimamente spiegato da stefano.
vecchio… cò tè ciàpo te meto ‘na impìria e te impinìxo fa ‘na tìna!!! 🙂
(di quello buono, non temere).
Crociata di sfigati?
Parlo per me (non potrei fare altrimenti): sfigato perché ho una MIA opinione su un fatto, nonostante la mia opinione conti zero?
Sfigato perché condanno (si fa per dire) un gesto, pur essendo conscio che, per fortuna, l’alpinismo è anche libertà e anarchia?
Sfigato perché la mia opinione, o la maniera di manifestarla, è diversa dalla tua?
Sfigato perché, per sostenere la mia opinione, non mi accontento di dare degli sfigati a Hayden Kennedy e Jason Kruk?
E’ vero che spesso la discussione sui forum ha assunto dei toni da crociata e a volte qualcuno ha usato argomentazioni becere, però mi pare che lo scritto di Stefano Lovison, che stiamo qui commentando, usi tono e argomentazioni di ben altro livello.
Livello che non mi sembra di vedere in questo tuo intervento.
Peccato.
Altre volte, concordando o dissentendo con quello che scrivevi, ti ho letto con piacere, stavolta no.
Capita.
ma guarda, nei dialoghi ci sta anche il mandarsi a cagare, anzi, io ho sempre preferito le posizioni nette a quelle finto-cortesi, per cui ti rispetto di più se mi ci mandi (argomentando, ovvio, non per partito preso!).
Il punto di questa crociata qual è? Dire che K&K sono dei vandali (e Garibotti un pirla), crocifiggerli e fargli togliere gli sponsor -con delazioni veramente bieche da parte di alcuni- oppure richiodare la via? se questa è una “denuncia” generica, è da pezzenti, da bambini “guarda che lo dico a tuo papà”. Hai letto bene come finisce la lettera? Ma non dice niente. È evidente che la via (e la storia) di Maestri rimane, anzi. Ne vengono enfatizzati oltremodo il compressore e il caso storico, quanto mai presente e sotto la luce dei riflettori! Chi lo nega? Anzi, deve rimanere nella memoria, sono anche convinto che il compressore vada assicurato con resinati per memoria eterna. E occhio, qui si sta un po’ ribaltando la frittata, perché ricordiamoci che la via e la storia di maestri sono una nota DOLENTE, non un punto di vanto dell’alpinismo italiano. Non dimentichiamolo mai.
L’altro grande “vantaggio” del gesto dei due sbarbati è anche quello di far riflettere con più attenzione chi volesse fare delle altre “porcate” nelle montagne in genere. Hanno detto coi fatti su una montagna simbolo: nulla è eterno, soprattutto la chiodatura!
Concludendo, come ho detto anche da altre parti, non condivido il singolo gesto, che è un po’ arrogante (ma so’ ragazzini), ma sono felice del risultato e delle implicazioni che comporta nella direzione del “less is more” che va contro una sbagliata crociata che vuole la montagna per tutti. La montagna è per chi se la merita, si impegna, si prepara e si mette in ballo.
Tengo a ribadire che questo non è un manifesto etico, nè un documento pubblico ma un mio personale commento nel ‘mio’ blog alla storia del CT. Se poi la cosa è stata appoggiata ben venga ma è un altro paio di maniche rispetto ad un documento organico e articolato di intenti che sarebbe uscito si e no a primavera. E sulle iniziative che si possono attuare nei casi del genere datevi pure da fare, se lo fate meglio, e ne sono sicuro, vi sarò al fianco.
Comunque se la cosa avrà un seguito ne sarò comunque felice perchè ci sono dei punti e soprattutto delle ipocrisie da evidenziare.
Sul compressore ci hanno mangiato in tanti, anche chi ci sputa addosso e non è l’unica nefandezza etica nei dintorni. Visto che citi il ‘less is more’ un po’ a casaccio discutiamo un po’ delle vie a corde fisse slovene e americane ma non di 45 anni fa, degli anni 90!
Se per te la via del Compressore è una via per tutti, ripeto, vai a chiederlo al fior fiore di alpinisti i che sono ritornati con la coda tra le gambe… e non servirà di certo la schiodatura di K&K per far capire a chi vuole capire che razza di palle aveva Maestri per portarsi d’inverno fin lì. Siamo in molti ad aborrire quel tipo di chiodatura (perchè non è una difesa tout court della via del Compressore questa) ma siamo in tanti a capire e contestualizzare.
infatti la mia considerazione è più ad ampio spettro, cerco di vederla in senso globale e non contestualizzata alla singola vicenda, che ormai sfiora (per me) il ridicolo. Perché dei molti che ieri hanno scritto sull’anarchia e la libertà, oggi tanti sono qui (non in questo blog, in questa vicenda) e urlano a gran voce “regole e tradizione”. mah. Quello che interessa a me è che la montagna rimanga il più “pulita” possibile, senza dimenticare nulla. I motivi che hanno spinto i due a fare quello che anno fatto sono deboli, ma il risultato è interessante, e a me non interessa stare qui a puntare il dito sugli americani, sull’impeerialismo, sul rispetto della storia e altre mille “vaccate” che vengono invocate da questo e da quello come nelle peggiori puntate di porta a porta. Mi interessa che la memoria di Maestri rimanga (e rimane) e che la montagna sia com’era dura quando la affrontata Maestri. per questo ritengo inutile e anche in qualche modo sbagliata la campagna demonizzatrice nei confronti dei due, anche perché in molti ambienti ha preso una deriva (sempre in stile porta a porta, o ballarò se preferite) che fa passare gli americani come degli imperialisti, e gli italiani come dei coglioni, il che mi da fastidio. (v. supertopo) I due non si sono comportati bene, ma chi se ne frega, questo dico io! Ma ci sono cose molto peggiori di questa nell’alpinismo e nella scalata. Ad esempio Lama che voleva chiodare dal’alto nel 2010!!! Lama che si è redento e ripeto, se l’è sparata in libera e senza i pressione, anche psicologicamente, oltre che fisicamente, un manico!!!). Boh? Nel frattempo la via di Maestri è stata scolpita nella storia molto più che se fosse rimasta li com’era. Non credi? Lascia Garibotti nel suo brodo di astio…
L’ arroganza della nostra società si legge anche nell’ assoluta immodestia di gente che non sa rispettare la storia.
puntualizzazione: la via e la storia di Maestri sul Torre, non in generale.
intanto ,caro “il vecchio”,presentati con nome e cognone e’ piu’ elegante.si parla di alpinismo non di politica o altro.sul fatto che il rispetto per la storia sia una cagata demagogico-populista beh e’ una tua convinzione te la lascio.io la rispetto,nel bene e nel male,faccio tesoro del “materiale” che vale per me ,il resto lo accetto,cosa che non hanno fatto i due bimbi in questione.non ti mando a cagare,per me puoi anche “tenertela”
saluti.
qual’è la PROPOSTA PRATICA? Di cosa si sta parlando? Io sono contento, la mia posizione è questa, mi va bene così. Se non si è contenti, anziché dire “brutti e cattivi!” e condannare il loro gesto, che in sé mi fa sorridere, perché non vuol dire nulla per me, vorrei vedere delle controproposte pratiche. Oppure arrendersi al fatto che (per fortuna) l’alpinismo può ancora essere libertà, sapendo che i limiti di ogni teoria ci sono, e qui si è arrivati al limite: in barba ai blabla questi due rampolli hanno schiodato la via. Come in barba a tutti nel 70 Maestri ha tirato una riga di chiodi! In italia, in svizzera, in francia c’è chi poi schioda anonimamente ed è veramente misero e disprezzabile. Maestri è stato LIBERO di fare quello che ha fatto, ma la sua opera fisica non è ETERNA. Però merita rispetto anche perché ci ha messo la faccia. Ma lui merita rispetto, non la sua via, c’è differenza. Tanto quanto i due K&K che non si sono nascosti dietro un dito ma hanno detto le loro ragioni (di cui alcune molto deboli, sono il primo a dirlo). Ho quindi fatto le mie riflessioni e ho voluto rendere tutti partecipi di un punto di vista alternativo e provare a ragionare anche secondo altri presupposti e altre conseguenze, tra le quali c’è che la via di Maestri è stata portata molto più sotto i riflettori così che con una sterile ripetizione, nel senso che ripeterla tirando i chiodi non aggiunge niente all’alpinismo, anzi, bisognerebbe farla con un compressore nello zaino per capire cosa ha fatto maestri! e adesso tutti devono cristonare per arrivare li, e quando si vedranno il compressore diranno “sticazzi, il maestri!!!
Mi spiace terribilmente per il povero Lama che ha fatto una cosa incredibile passando in totale secondo piano…
richard felderer (oggi non faccio nuovi amici)
ma quando arriveranno lì chi ?? vedi tanti altri Lama in giro ?
hai sparato una serie di stronzate una dietro l’altra, una delle più ridicole è che quella era una via di facile accesso… l’hai fatta ? sei informato su quanti sono tornati indietro senza finirla? Sono povere schiappe? lo sai che la maggior parte della via non è artificiale ? lo sai che le uniche vie che arrivano in cima sono le due di Maestri e quella dei Ragni? e delle altre varianti cosa dici ? le chiami vie ?
forse se ti trovi tutti contro ci sono motivi più che validi…
studiati bene quello che ha scritto M. Giordani, qui sopra, la gente deve imparare l’educazione ed il rispetto, altrimenti ne paga le conseguenze
N.B. non ti conosco, ma da come definisci questa presa di posizione, a me sembri un pagliaccio
dimenticavo… magari ti lamenti di quanto fatto oltre 40 anni fa’, e sei uno che nel 2012 gira con il trapano in Dolomiti, non ci sarebbe da meravigliarsi
psss…. enzo…. guarda che si è firmato…. non mi pare sia uno che “gira col trapano in Dolomiti”…. e nemmanco un pagliaccio
(come si fa a inserire uno smile?)
come volevasi dimostrare, non ho fatto un nuovo amico. Se il tuo modus ragionandi è “lo dice anche tiziocaio” vai avanti. Io, anche a costo di prendere musate, ragiono col mio cervello. E leggo attentamente e criticamente quello che la gente scrive, cosa che sospetto tu non abbia fatto. mi sembri un crociato un po’ troppo “caldo”. In quanto a Giordani, non mi sembra molto più costruttivo di tanti altri, “Mi verrebbe la voglia di prendere i miei Phantom 6000 ed iniziare a pestare i cocones sia di Garibotti che di questi K&K (nemmeno i nomi riesco e voglio ricordare) per cercare di sentirmi un po’ meglio.”
Che lo faccia. Avrebbe (per quello che conta) la mia approvazione.
forse non ti rendi conto, ma stai dicendo che TU SOLO ragioni e gli altri fanno i pecoroni, che gli altri non sanno leggere, che gli altri fanno le crociate troppo calde…. povero cucciolo, tutti contro di te
mah ho visto le sue foto, e mi sembra riportino tutte vie spittate, anche in dolomiti
Enzo, al di la del tuo anonimato che lascia il tempo che trova, non devi mettere in bocca agli altri quello che non hanno detto. Molto triste. Ti chiedo cortesemente di rivedere le tue affermazioni e di argomentare le tue tesi, diversamente non è ubn rapporto dialettico. Cordialmente.
Per tua informazione, in dolomiti vedrai le foto solo due vie “clean isch todt” (neanche le soste) e la camillotto pellisier, che non è spittata (anche se le soste sono state rifatte a spit a Bubu Bole) ma fatta con lo stesso stile della via del compressore, cioè fila sistematica di chiodi cassin a pressione del ’67, che fosse marcio, liscio o scalabile poco contava. Boh, è un capitolo dell’alpinismo che non mi da niente, non ne faccio segreto.
enzo nardelli – Lavis (TN) che magari ti perdi
rileggiti, hai problemi ad esprimerti e capire cosa scrivi, un po’ dispiace
ho visto in tutto una ventina di tue foto, tutte di vie spittate a metro, e da poco
non rivedo nessuna affermazione, e le tesi le trovi argomentate benissimo nel forum fuorivia, buona lettura
puoi anche non essere d’accordo, chissenefrega, ma non venire a farci la paternale
fine
ciao, se il tuo commento è sulle mie foto, apri un altro topic.
e comunque questo post, I talebani del Cerro Torre, è stato consultato 2500 volte in soli 4 giorni, forse qualcosa si ottiene anche così! grazie a tutti…
go big or go home,,, dov’è che l’ho già visto scritto? (mrgreen)
e cmq, vecchio: complimenti. nel tuo primo intervento hai messo assieme una collezione di puttanate mica male!
Avrei preferito non pronunciarmi su questa polemica sollevata dall’ increscioso comportamento di K&K sul Cerro Torre. Ho però spesso l’impressione che l’alpinismo di punta sia sempre più dominato da un ego sfrenato, che non ha alcun rispetto per la storia del passato. K&K sono un chiaro esempio, e forse è doveroso esprimersi.
Il 9 Gennaio 1987 ho effettuato con Marco Della Santa la diciassettesima salita della Via Maestri 1970 allo spigolo Est del Cerro Torre, poi conosciuta in tutto il mondo come Via del Compressore. Impiegammo diciannove ore dalla spalla alla cima, portando con noi il minimo materiale indispensabile (poca roba, ma sempre qualcosa in più di un set da ferrata!) ed una buona dose di coraggio. All’epoca, la via era stata percorsa da 16 cordate in 17 anni, ed in quella stagione la nostra mi risulta fu l’unica salita: una media un po’ bassina per una “via Ferrata dove potete lasciare a casa il coraggio” come la definisce Rolando Garibotti.
Come tutti, credo, non sono però mai riuscito a comprendere del tutto le motivazioni che spinsero Maestri ad affrontare la salita con quello stile, ma quando mi trovai a sostare cavalcioni sul compressore, un bestione di 150 Kg appeso a poche decine di metri dalla calotta ghiacciata sommitale, mi convinsi che se Maestri fosse salito con un punteruolo a mano, al posto di quel marchingegno a motore, avrebbe impiegato meno tempo ed utilizzato un terzo dei bolt.
Non ho condiviso quindi la scelta del compressore, ne dal punto di vista pratico e men che meno da quello etico, ma porto comunque grande rispetto a Maestri, alle sue fatiche ed alla sua incredibile carriera di alpinista e scalatore.
Per quanto riguarda Garibotti, l’acerrimo detrattore di Cesare Maestri: conobbi Rolando per caso un giorno che eravamo a scalare nell’Eldorado Canyon vicino a Boulder, in Colorado. Facemmo subito amicizia e fummo ospiti a casa sua. Poi, a luglio 2004 Rolando mi spedii in anteprima, per avere un mio parere, il suo articolo “A Mountain Unveiled”, in seguito pubblicato sull’American Alpine Journal 2004.
Rimasi sconcertato dalle sue indagini; per il mio carattere, e per come vivo la montagna, non avrei mai nemmeno pensato di fare una investigazione di questo tipo, ne tantomeno di pubblicarla. Tuttavia capivo (e capisco tutt’ora) la curiosità che lo ha spinto a questa ricerca.
Oltre quello però non riesco ad accettare ed a giustificare tutto l’accanimento morboso, specie da parte dell’ambiente anglofono, contro l’operato di Maestri. Ci sono molti altri casi simili nella storia dell’alpinismo, anche nella terra dei puristi (a Yosemite per esempio), pur senza l’uso di un compressore a motore. Chi può stabilire quali di questi episodi possono essere ricordati, e quali devono invece essere cancellati dalla storia? Con quale autorità un singolo, o anche una piccola comunità di alpinisti, può arrogarsi il diritto di giudicare?
Si possono fare molte altre considerazioni sul gesto, a partire dal fatto che K&K hanno usato alcuni dei bolt, per non parlare delle soste, sia in salita che in discesa! Soste e bolt usati da molti altri forti alpinisti per tentare la cima, anche per vie nuove non completamente indipendenti che si innestano nella parte alta della Via del Compressore, ed ovviamente quasi sempre utilizzati per la discesa … E così via.
Ma il concetto di base credo che stia nel fatto che, in alpinismo come in tutte le altre vicende umane, la libertà individuale finisce dove comincia quella degli altri. K&K sicuramente non hanno rispettato questo confine. PV.
Grande contributo e potente esperienza quella che qui condividi. Grazie, Paolo!
comunque vada a finire, caro Stefano Lovison, il tuo articolo è stato un “compressore” che ha fatto vibrare le nostre coscienze alpinistiche . Il progressivo dibattito in atto mi incuriosisce ad ogni nuovo commento sull’etica e storia della verticale……mi chiedevo se tra i 2500 contatti anche il nostro “ragno delle dolomiti ” ha buttato qui un’occhiata…chissà…….
….su tutto questo insieme di sospetti,malafede e speculazioni,io ho solo un commento da fare e questo è MERDA. Perchè ciò,Mr Wilson è il succo di questo dannato business.
Cesarino Fava
Caro Stefano se ti riferisci alla mia variante ricorda che noi di sicurezza abbiamo usato solo uno spit e non 8
Ermanno, non ho motivo di dubitarne e l’appunto sui numeri non era certo rivolto al vostro stile. Nella relazione della tua variante in PATAclimb si parla di 5 bolt “With this variation Mabboni and Salvaterra skipped close to 200 of Maestri’s bolts. Salvaterra added five bolts to the terrain climbed by the 1968 team, two at the start of the thin crack, one on the following pitch and two at the belay of that last 1968 pitch”. Addirittura ne conta 8 Colin Haley: “Zack leading on the Salvaterra variation. Below him is one of the 8 total bolts on the Salvaterra variation” http://colinhaley.blogspot.com/2011/02/cerro-torre-attempts.html e conoscendo la precisione maniacale usata per la cerchiatura dei bolt di Maestri l’ho preso per buono. Senza considerare ovviamente se fossero per la progressione o altro, non che cambi molto ai fini del “by fair means” e parlo sempre di Kruk e Kennedy.
Mi atterrò a quanto riporta Garibotti: “Presumiamo che abbiano utilizzato alcune delle soste di Maestri ma nei tiri hanno rinviato soltanto 5 spit, quattro piazzati da Ermanno Salvaterra durante il tentativo della sua variante del 1999 e uno piazzato da Chris Geisler sulla variante aperta assieme a Jason durante la scorsa stagione”.
Grazie della precisazione.
Per me il mondo continua ad evolversi mentre l’uomo è fermo da più di 2000 anni.
Spesso l’uomo fa cose superlative, spesso le incasina, spesso le distrugge.
Spero sempre che da tutto nasca qualcosa di nuovo, ma far scomparire l’invidia e l’ipocrisia sarà difficile.
Il Cerro ora di qua è da fare diversamente di come l’ha salito il Cesare e l’hanno variamente ripetuto fino ad oggi, io non so come, qualcuno prima o poi lo saprà.
Comunque è un peccato ciò che han fatto, ma magari sarà uno stimolo.
Ps: per non essere criticato molto di più dell’abituale devo dire che “il Vecchio che scrive” non sono io…… lui mi sembra un poco più estremista di me.
Premetto che non ho mai avuto una grande visione di Maestri, non perché lo reputassi buono/cattivo, ma perché non mi ha mai destato lo stesso stimolo ed interesse di Bonatti o altri; ho apprezzato ciò che ha fatto (non proprio tutto), ma è un alpinista che non mi ha mai coinvolto a livello personale.
Fatta questa premessa, dico solo 2 cose.
1) Se non erro Maestri, alla faccia del “by fair means”, a seguito dell’esclusione alla spedizione del K2 del ’54 ha salito una fila di vie slegato in Dolomiti, quindi, secondo la loro etica, nella maniera più pura!!!
2) Se K&K volevano fare tanti i duri e puri, avrebbero dovuto fare come House&Anderson sul Nanga Parbat dal quale sono scesi passando dalla via Messner, senza però usare le fisse. E non per questo le hanno tagliate!!!
Beh devo dire che sono molto allineato con il primo commento fatto dal Vecchio. Secondo me ha ragione in pieno!
Massimo Bursi
detto da un amante delle vie spittate a metro e con catene alle soste in Dolomiti: è vera etica, complimenti
Caro Enzo, per prima cosa distingui “Vecchio” da “Il Vecchio” (anche se pur non conoscendoci la pensiamo simile e abbiamo un nik simile.. in effetti gli estremi per fare confusione ci sono…). In secondo luogo, cosa c’entrano le mie foto. Vedi, io sono un libero professionista, e se mi pagano per andare a fotografare la via del compressore, ci vado. Se mi chiedono cosa ne penso, è un’altra cosa, le tue fuorvianti insinuazioni lasciano solo trasparire che non hai argomenti concreti. Personalmente per questioni di spit da NON METTERE, ho fatto molte più battaglie di tanti blabla, sono stato convocato dai Carabinieri (presso i quali erano arrivate denunce di chissà quali malefatte) e ho rischiato il pestaggio in una nota falesia piemontese. Sui principi etici non ho molta voglia di farmi spiegare le cose, soprattutto da chi cerca di denigrare con approccio molto superficiale. E per quanto riguarda le vie a spit che compaiono nelle mie foto…, ti invito e ti accompagno molto volentieri a provare certe “file di spit” in Wenden o in Qualido, o su quella scala di chiodi che è stata appena liberata al Sasso Cavallo, sicuramente troverai chiodature ascellari. O di venire nella nostra yos-esigo, falesia dove gli spit sono banditi. Non so che informazioni hai avuto. Tornando alla via di Maestri, io ripeto fino alla nausea che condanno il gesto dei due k&k, fatto su base etica dubbia e con uno stile che di etico ha poco (molto ammeregano, faccio l’etico fin che mi conviene e non vado in sbattimento), ma per i motivi sopra addotti, sono contento del risultato, che tra l’altro premia Maestri oltremodo (infatti è stato difeso alla morte da un sacco di gente che fino a ieri gli avrebbe cagato in testa, vai a scavare un po’ fra chi sta prendendo le sue difese oggi, ieri cosa diceva… curioso come gira il vento) dando a lui e alla sua storia una luce che difficilmente avrebbe avuto.
con te se vuoi andiamo avanti da un’altra parte, qualcuno giustamente si è stufato
http://colinhaley.blogspot.com/2012/02/removal-of-cesare-maestris-bolt-ladders.html
ovviamente la pensa più o meno come me, ma a differenza mia, lui su tutte le vie e nei posti di cui parla la polemica è già stato (patagonia, torre, nose, ma anche da altre parti, non mi sembra l’ultimo dei pirla, come curriculum). La sua analisi è a tratti bastarda ma sempre molto lucida e interessante. Chiaramente anche lui non farà nuovi amici con questa sua. Buona lettura (e incazzatura)
in Fuorivia abbiamo parlato anche di questo…
si tratta di un vero signore, soprattutto in questo tratto:
“… Maestri’s drive to be labeled the winner was so great that he didn’t even have the decency to tell Toni Egger’s mother and sister the true circumstances of how Toni died in the mountains.”
dopodichè qualcuno ha iniziato a storpiare il suo nome da Colin a colon…
Finora tutti quelli che son saliti sul Torre, tranne quelli che hanno rifatto la via di Casimiro, hanno chi più chi meno usato i chiodi messi da Cesare e direi anche quei pochi messi da Bridwell, qualcuno ha aggiunto anche degli spit, alcuni hanno fatto vie sotto o lì vicino, ma TUTTI hanno usato o in salita od in discesa i chiodi di quei DUE, però c’erano anche i loro compagni, che contavano eccome per salire, devo però ammettere che non so cosa abbia fatto chi ha aperto la prima-non-via-di-Egger-Maestri.
Ora grazie ai due “american bad boys” è molto più difficile andare in cima, anche col bel tempo.
Il Cesare per me resta un grande alpinista che mi piace definire anarchico, ma ora mi domando chi avrà la stessa forza di fare qualcosa per salire sul Torre, spero senza esasperare la scalata.
Chi apre una bella “classica” ?
La Bonatti al Dru è caduta e già vie nuove ne han fatte.
Altre montagne crollano e si aprono vie nuove.
Qui dei boys un po’ bulletti han pensato di essere come “madre natura”, però li direi un po’ scarsini perchè non han fatto crollare niente.
Adesso chi va su, che idee ci sono, è cambiato qualcosa nelle teste ?
Dai, quelli bravi, anche se sono pochi, diano una lezione di alpinismo !
Mi auguro che forino molto di meno, anzi spero non forino e tolgano tutto per far onore a quel gran liberista che era il Cesare….. che credo sognasse di salirci senza niente, ma pur di far casino ha preso un compressore …….
Direi idealismo………..sognatore forse, ma ne avevo voglia. ciao
Date a Cesare quel che è di Cesare.
Bravo Stefano…
Grande articolo !
@ Vecchio… ti ricordo che qualcuno ha già fatto qualcosa sul Torre, qualche giorno dopo i due boys…… l’ha fatta in LIBERA e dei chiodi se né sbattuto. Lui voleva farla in libera, degli altri come salgono penso che non gliene fotte un caiser… Vecchio, vuoi fare la via in libera ? Vai… Vuoi farla tirando i chiodi ? Vai… La via è stata aperta così come tante nel mondo, cosa cavolo te ne frega… vai e scala come ti pare. Non tirare fuori la storia di rispettare la natura… perché passeresti per ipocrita….
non so se Vecchio farà il torre in libera, e d’ora in poi pochi potranno permetterselo, tutti dovranno essere fortissimi, ora, per fare il torre. Lama è un capo (adesso, prima ha fatto qualche pirlata…) e ha dimostrato di esserlo nelle condizioni perfette, provare la libera e riuscirci anche se gli avevano tolto i chiodi e neanche lo sapeva! Chapeau!
seguiranno sempre la via di Maestri e continueranno ad andare tutti sempre sui suoi chiodi. Senza dubbio lui è stato e rimarrà il primo, gli altri inseguiranno per sempre, che lo vogliano o no ;-)))
ma vedi che alla fine arriviamo alla stessa conclusione! Solo che adesso dovranno conquistarsela metro per metro. E secondo me è un bene.
invece secondo me dovevano farsi la loro via, con tutte le pareti che ci sono al mondo, non serviva andare a romper le palle proprio lì
È quello che tutti hanno detto di Maestri salvo dopo 37 anni cambiare idea. E neanche è arrivato in cima, pare…. Ripeto, è un po’ come dire: chi la fa, l’aspetti (anche 40 anni dopo)! Secondo me alle fine l’unica cosa veramente interessante è questa: Sui forum e sui blog di tutto il pianeta son intervenuti tutti o quasi i big della scalata mondiale, che organizzare un meeting e un confronto con tutti quei nomi sarebbe stato impensabile! Con un confronto veloce, aperto e dialettico (sputtanato solo da un paio di italiani sfigati che hanno subito conquistato la vetta della deficienza sventolando il tricolore e distinguendosi world wide per “Schettinità”). Confronto che si è svolto saltando filtri e menate varie. Direi che questo è il fatto che realmente definirei “epocale”!
salvo poi lamentarsi, se viene richiodata come prima, con un trapano al posto di un compressore, come si usa nel 2012 in Dolomiti, in Yosemite, dappertutto
ma quello non è stupro delle pareti, da ridere per non piangere
Ti dico quello che so: in Yosemite si possono mettere solo bolt a mano col martello e non sulle classiche. I ranger ti aspettano in cima (o alla base) se vai col trapano, e volano ca##i! In Dolomiti, dopo aver visto le nord delle cime di lavaredo, ci vado solo per lavoro, affari loro, non capisco troppe cose. Hanno poi schiodato alcuni lavori di Larcher veramente avanti, per poi chiodare e richiodare altre strutture in modo arbitrario e confuso. Non so, è un universo complesso (dove subentrano anche logiche commerciali molto pressanti, a cominciare dalle ferrate!!!) molto contraddittorio e anche ampio che per me ha due svantaggi: è lontano e ha roccia che non mi piace. E comunque l’unico che conosco, tale Baù, non mi sembra che stia spittando nulla, anzi! Poi: nei 4 posti cacati dove ho fatto qualcosa, gli spit, se compaiono, vengono rimossi in un nanosecondo. In valle dell’orco mote vie sono state schiodate, altre richiodate secondo criteri di buonsenso (non senza scazzi e attriti) e altre verranno ancora “sistemate”. In Val di melo-masino malgrado alcuni tentativi, gli spit non “attechiscono”, anzi… Poi ci son cretini che scavano ancora per “uniformare” i tiri delle falesie, ma sono casi sempre più isolati e banditi. Se per finire qualcuno va sul torre con un trapano a benzina, firma il manifesto dell’imbecillità, verrà istituito il piolet di merd per lui!
non condivido, ma qua è l’ultima battuta per me, perchè in casa d’altri tutto ha un limite
meglio discuterne nei forum
concordo, anche se nei forum non c’è spazio per il dialogo, qui sembrava essercene. Ringrazio il padrone di casa per l’ospitalità nel suo “salotto”.
è difficile parlare di by fair means quando si usano mezzi che per l’inventore di questo termine sarebbero sicuramente aberrazioni artificiali. come è molto difficile erigersi a paladini della purezza quando si affrontano pareti con mezzi completamente diversi, mentalità allenamento conoscenze ecc ecc che nulla hanno a vedere con i mezzi usati allora. il by fair means non includeva la possibilità di assicurarsi, di scendere in doppia. kk, come tutti quanti, hanno usato il meglio della tecnologia e della preparazioni che oggi è possibile. creando una salita ovviamente + dura oggettivamente di quelle possibili 60 anni fa. scendendo poi però da quei chiodi che hanno vigliaccamente tolto sui tiri. senza quei chiodi per scendere la storia di tutto il resto delle salite al torre sarebbe stata molto diversa. ad iniziare dalla loro. al di là dell’alone di astio e di polemica che ha contraddistinto la via di maestri è difficile vedere nella sua via questa differenza così grande rispetto a decine di altre vie aperte in quegi anni o nei nostri anni. forse che oggi fior di salite nn sono fatte con il compressore odierno di marca bosch o makita? se esistevano i trapani a batteria maestri non li avrebbe forse usati invece di portarsi dietro quel coso? se avesse avuto friends e scarpette? goretex e corde da 8.1 non li avrebbe usati? se trovava fessure per chiodare nn le avrebbe usate? l’unica verità è che maestri stava sul cazzo a tanta gente. altrimenti la salita al torre sarebbe stata quello che in effetti è stata la + grande impresa di quel momento storico. con il ragionamento di garibotti sarebbero da rendere impraticabili tutte le salite che non sono estreme per l’epoca in cui si vive, perchè retaggio di materiali e tecniche che poi diventano sorpassate dall’evoluzione. a kk, che non sono troppo avanti nella storia, ma sono solo 2 giovani ignoranti, si può anche comprendere per la giovane età. sicuro non si può avere nessuna comprensione per il mandante morale. questa e non la sallita di maestri è una buia pagina di alpinismo. la si può solo paragonare ai falò collettivi dei libri o altre simili forme di censura e intolleranza.
espo, solo un commento “tecnico”, per il resto sono sostanzialmente d’accordo. Dici “se trovava fessure per chiodare non le avrebbe usate?” Beh, Maestri stesso ha detto a suo tempo che la linea dei pressione sulla headwall passa vicino a fessure per chiodare (credo le stesse che hanno poi usato K&K, anche se loro invece di chiodi tradizionali hanno usato friends e salcazzi vari che ovviamente Maestri non aveva); ma i chiodi normali Maestri li aveva lasciati in basso e a quel punto ha continuato a dargli giù col compressore. Non che la cosa sposti granché, solo per pignoleria…
Il problema è altrove, in questo allucinante mix di risentimento, caccia alle streghe e delirio purista insensibile alla dimensione storica e umana…
per pignoleria son pienamente d’accordo. ma questo vale per ogni genere di salita. non potendo portarti dietro tutto. il mio intendimento era dire che allora non c’era su quella parete una linea scalabile senza andar a chiodare sistematicamente. il come e i cosa non è molto differente. allora nn esiteva il makita mi sa
Grande commento, grande verità. Bravo.
Bravo, pura verità.
I ragazzi mi hanno aperto la mente: ho intenzione di promuovere un tour europeo per riempire di sika tutti gli scavi di tutti i tiri storici di tutte le falesie di riferimento.
Chi ci sta metta una mano sotto.
W l’etika!
Ma se non ricordo male lo stesso Maestri non aveva spezzato i chiodi della sua via scendendo !!!!!
Sì, ha spezzato i chiodi dell’ultimo tiro, dal compressore in su, ma mica lo ha fatto per un pentimento “etico”; è stato l’ultimo sfregio ai suoi detrattori, un modo per dire ” e mo’ se volete venire su per di qua vediamo come ve la cavate…”
E in effetti Bridwell poi se la è cavata alla grande, ma ha dovuto tirar fuori tutto il suo mestiere e la sua esperienza di artificialista…
Ok
Non credo che le ultime due righe invitino al fideismo nei confronti dei racconti di Maestri – almeno, quando ho firmato non ci ho per nulla visto questo senso. Ho firmato contro la visione di Maestri come il male assoluto, come il grande bugiardo che non ha detto nulla di vero, perché – semplicemente – mi pare che sia stato trattato in modo più severo e ingiusto di quello che è toccato ad altri. Le ultime due righe insomma le ho viste come la difesa dell’underdog (anche se probabilmente a Cesare Maestri essere definito un underdog non farebbe molto piacere).
Beh Marina … “che la figura di Cesare Maestri venga riabilitata completamente, dal punto di vista umano e alpinistico, e che si colga la luce di sincerità che circondò le sue azioni fin da quella sua prima drammatica salita al Cerro Torre con Toni Egger e Cesarino Fava”
Per me, sottolineo per me, nel contesto generale del discorso è fortemente di troppo.
Non voglio difendere né Maestri né la via del compressore. Non mi piacciono né l’uno né l’altra.
Avrei voluto semplicemente affermare che non si può giudicare il passato col metro del presente e che, per molti motivi, non è quello dei due, K&K, il modo corretto di agire.
Ma oltre questo non vado.
Certamente non cambio idea sulla via del 59.
Che ritengo non sia mai esistita.
Siamo sul campo delle opinioni e sappiamo bene come la pensiamo io e te, su Maestri. Almeno per ragionevole dubbio si dovrebbe dichiarare Maestri ‘non colpevole’. Tu l’hai condannato, io no… e appunto per questo penso che su Maestri si sia operato un vero e proprio sciacallaggio, alpinistico ed umano. Sarò pure un illuso, ma alla base di tutto, nell’alpinismo ma anche in altre attività umane, credo alla parola sino a quando l’evidenza non possa contraddirla.
Perchè no? Maestri sopra il Cerro Torre, come Cesen sul Lhotse e come tutti quegli gli altri mille sbugiardati da un popolo di giudici implacabili.
E probabilmente in questo siamo molto diversi io e te, Buzz, perchè credo che dare fiducia sia realmente più significativo e di valore che non credere … poi l’alpinismo e’ un’attività così futile che nella menzogna chi veramente ne esce sconfitto alla fine e’ solo colui che mente.
Etica variabile
Ho riletto le discussioni che si son fatte qua e là sulla schiodatura gagliarda della via del compressore al Cerro Torre e mi sono accorto che molti “alpinisti” hanno atteggiamenti etici diversi.
Terray, a me piace molto, diceva che l’alpinismo è “la conquista dell’inutile” per eccellenza ed io non credo sia possibile trovare “un’etica nella conquista dell’inutile”, sia una pura illusione, una ricerca impossibile.
Per questo preferisco parlare di estetica nei discorsi generali, mai di etica.
Per me l’alpinismo è una ricerca del bello in montagna e la sua interpretazione con espressioni umane, le vie, ricerca con risultati umani più o meno belli, quindi io guardo l’estetica di una via.
Penso però che ognuno debba avere una sua etica alpinistica e debba cercare di essere sempre coerente con essa.
Ora mi sono accorto che molti hanno un’etica variabile: cambiano la propria etica a seconda di ciò che fanno, a seconda del loro preoccuparsi.
C’è chi schioda in falesia e porta perforatori in parete.
C’è chi fa della grande libera, ma piazza spit qua e là.
C’è chi critica quelli che con altre tecnologie, in altri tempi, 30-40 anni prima di lui, hanno salito roba al limite allora, anche se ora usano quella roba per ripetere più o meno in libera e ne aggiungono pure.
Per me questi sono alpinisti con “etica variabile”.
Per queste persone forse sono “cretini” molti di quelli che hanno fatto la storia dell’alpinismo: Comici sulla Grande in Lavaredo, Robbins sul Capitan, Aste in Marmolada, Bonatti al Dru, tanto per metterne alcuni, tutti loro hanno aperto vie che ora, se esistono ancora, son state ripetute in libera.
Spesso mi domando: chi “passa” proteggendosi con chiodi di altri o mettendone in più come fa a fare delle critiche denigratorie o distruttive.
Ora taglio corto e semplifico.
Per me è sempre più difficile trovare “alpinisti” che “passano” solo “con la testa”.
Comunque liberare certe robe è degno di grande stima, ma non è mai un vero salire in libera, che per me è scalare con la sola sicurezza di se stessi e certi solitari sono stati e sono maestri (piace questo doppio significato di maestri?).
Io cerco sempre di capire l’uomo alpinista e di immedesimarmi nel suo tempo, nella sua cultura e solo ogni tanto, se proprio ritengo di averlo capito, confrontandomi sempre con altri, esprimo un mio giudizio, sempre col principio del rispetto, ma non son tenuto alla condivisione.
Dopo tutto devo ammettere che non esiste nulla di vero in alpinismo, vi sono solo degli uomini più o meno piccoli o grandi, spinti da passioni enormi.
La passione, l’etica, la bellezza….. l’alpinismo resta per me sempre ricco di misteri.
……….e la coerenza con se stessi è di pochissimi…….. forse perché si ha paura di conoscersi.
Etica variabile.
ciao
gran commento, lucido ma anche poetico. grazie vecchio
Grazie di cuore, mi fai contento.
Etica variabile è nato ieri dopo una bellissima, almeno per me, lunga discussione con Hemming, che mi ha indirizzato con chiarezza.
odio i forum, giuro, ma sono giorni che penso a questa storia e mi sono permesso di scrivere un modestissimo punto di vista sul mio sito.
Chi volesse leggerlo lo trova qui: http://marcellocominetti.blogspot.com/2012/02/k-operazione-cerro-torre-il-giorno.html
Grazie Marcello. Non sono d’accordo (naturalmente) sulle righe che riguardano le similitudini con l’economostro ma è proprio bello e scritto bene.
Sappi che io c’ero a guardarlo da sotto, Marampon, nel settembre del 1980 quando apriva la sua direttissima della Libertà sotto tutti i ‘tetti’ della Torre Venezia in Civetta. Era un artificiale fatto di tanti chiodini qui e lì… e il Marampa cantava a squarciagola, penso proprio di contentezza.
E comunque io penso che chi l’ha presa maledettamente sul serio, questa faccenda dai risvolti quesi religiosi, non sia proprio qui dentro ma forse devi chiederlo a Rolo, ad Haley o proprio a Kennedy e Kruk…
grazie molte e ciao
Stefano
Molto bello Marcello. ” 2000 metri ” è uscito ora in ristampa, non sò se Vivalda lo traduca anche in inglese, ma sarebbe una buona idea. Ciao, Gian.
Io sono molto d’accordo su quanto scrive ESPO l’otto febbraio, qui sopra. Mi sembra sia l’intervento più vicino alla realtà. Ringrazio ancora Stefano Lovison per avere affrontato coraggiosamente l’argomento, e prodotto una costruttiva discussione. Gian.
Stefano lo so bene che non siamo d’accordo, relativamente alla via del 59. Va bene così. Inutile star a rimarcare perché e per come, nonché le filosofie che sottendono al credere o meno. Tanto, appunto, siamo sul piano della pura fede.
Probabilmente non siamo d’accordo nemmeno sulla via del 70 che per me, nel suo tempo, sarà stata anche un’opera di alta carpenteria aplinistica, ma anche e soprattutto la proiezione di un’ossessione e l’esercizio di una volontà di potenza distruttiva. Un insulto alla montagna e agli alpinisti.
Non ho applaudito alla schiodatura solo perché penso rispetto la storia e penso che anche le cose peggiori degli uomini (nella fattispecie stiamo parlando del piccolo ambito della subcultura alpinistica) debbano rimanere. Non fosse che come monito.
Non ho applaudito alla schiodatura perché penso sia stato un atto arbitrario, dello stesso segno (opposto) dell’azione di Maestri.
Non ho applaudito alla schiodatura perché mi è sembrato un atto teppistico, provocatorio, arrogante.
Non ho applaudito, quindi sono stato contrario e ho espresso questa contrarietà.
Ma da questo a passare a quanto significato nell’ultima frase di questo documento, ce ne corre.
Alcune mie personalissime opinioni ed impressioni.
Maestri è stato nei suoi anni di attività uno tra i più forti arrampicatori dolomitici in circolazione, autore di diverse vie nuove, tra le quali alcune di tipologia a goccia d’acqua soggette a qualche critica, di pochi a dir la verità all’inizio, e che essendo onesti lui forava la roccia molto meno che altri su quella tipologia di vie. Maestri è stato autore soprattutto di numerose solitarie, più di mille, di vie tra le più difficili di allora, e chi arrampica sa bene cosa vuol dire fare solitarie allora, dove il grado massimo personale non era molto più elevato di quello della via che si intrapendeva visto che non è come adesso dove con la arrampicata sportiva si riesce divertendosi ed in sicurezza a lavorare gradi molto più alti e quindi arrivare ad una condizione di equilibrio, di sicurezza e di forza di gran lunga superiore alle vie cosidette alpinistiche che si va a fare. Certo si allenava la forza, qualche passaggio ad un metro da terra, ma si sa che per arrampicare l’ultima cosa che serve è la forza, prima ci vuol la testa e poi i piedi. E’ per questo che una solitaria allora vicino al limite mi trasmette molto di più di una solitaria adesso dove per esempio il grado è nono ma si è capaci di fare l’8b! Vie percorse da lui in solitaria fanno impressione anche adesso.
Certo lui può destare qualche antipatia per il suo ego, il suo sentirsi migliore, magari come tanti qualche bugia l’avrà pur detta, ma per questo bisogna crocifiggere un uomo aldilà delle sue azioni per anni? Per me che lui si dichiari tra i più forti arrampicatori di quel tempo me lo fa vedere meno ipocrita di tanti altri, un falso modesto in meno e quindi per quel verso più schietto.
Dico tutto questo perché sembra che Maestri sia solo ed esclusivamente il Cerro Torre, almeno leggendo sui forum e sui siti internazionali, invece sarebbe bene tralasciare dal giudicarlo quella parentesi del 70/71.
Tralasciare quella vicenda perché se, come mi par di capire dal tuo articolo Stefano e da tanti blogger e forumisti , lo scopo è anche quello di difendere l’uomo Maestri, farlo con la vicenda del compressore è un boomerang pazzesco!
Questo perché Maestri ha fatto quella via per dimostrare qualcosa ad altri, che qualunque cosa sia non è un buon punto di partenza, perché ha usato un compressore, non diverso da usare un trapano adesso soltanto molto più pesante da portare, perché ha fatto 400 e passa buchi nella roccia, prima volta per la “conquista” di una montagna oramai già simbolo dell’estremo se non dell’ impossibile e non solo per una “semplice” linea su una parete. “Storicizzando” quella via e quella vicenda già allora costituì un affronto per tutto il mondo alpinistico e Maestri lo sapeva bene. La via già allora fu la via più contestata al mondo e con gli anni questa contestazione crebbe, al confronto la via di Zizioli a suon di trapano sulla parete d’argento è stata uno scherzo sia come impatto che diffusione della contestazione, solo che a differenza della marmolada non è così semplice andare li e schiodarlo, altrimenti 100% l’avrebbero fatto già da anni.
Maestri stesso voleva schiodarla, ma visto che la patagonia è la patagonia ed il torre è il torre e le sue bufere non ha potuto. Maestri stesso ha dichiarato in un intervista negli anni 80 che quella via e quella vicenda sono state uno sbaglio!
Quello che voglio dire è come si fa cercare di difendere Maestri usando la via più contestata al mondo, definita un errore dallo stesso autore?
Ho letto su supertopo la incredibile continua ossessiva ripetizione di argomentazioni spesso in contraddizione (alcune sulla storicità della via, che visto che oramai ha 40 anni è da “condonare”, altre sull’arroganza forse “dimenticando come è stata fatta, altre del tipo “bastava che chiedevano a Maestri” oppure “se lo facevano Garribotti o Salvaterra bene se no…”) e onestamente ridicole per un lettore terzo, mentre dall’altro “schieramento” la posizione sembra essere una, ovvero La Montagna, tra le più belle e difficili al mondo! Romanticismo? Forse ma in fondo sono contento che alla maggioranza di alpinisti di punta interessi ancora quello e non solo la menata del grado o del rischio o della fatica come sembra avvenga qua in italia per la maggior parte dei casi dove la montagna sembra essere solo lo sfondo! Sembrava quasi ovvio che calcando così la mano si arrivasse ad una contro petizione, semplice senza continui distingui, firmata incredibilmente dal meglio dell’alpinismo mondiale, impressionandomi non poco, e penso anche voi vedendo come enfatizzavate pareri in sintonia come tanto per far nomi Steph Davids o Maurizio Giordani, unici fuoriclasse che si sono espressi contro, o come cercate nomi “famosi” come Gogna (su Fuorivia). Quello che era anche ovvio è che purtroppo, e sottolineo purtoppo, usando questa strada chi ce ne rimette è solo Maestri , infatti l’attenzione continua a rimanere alta su quella via sbaglio. E ripeto non è giusto per lui visto che è stato molto altro aldilà della via del compressore, e difenderlo usando quella via non si fa altro che facilitare di molto la strada ai suoi detrattori , ma forse vedendo i vostri continui messaggi non vi passa minimamente per la testa. E’ come sparare sulla croce rossa usare quella via per attaccare Maestri!
Gia che ci sono alcune considerazioni pro e contro sul tuo pezzo:
Non mi sembra un paragone accettabile quello di metter a confronto un box non trovato dopo averlo cercato disperso su un ghiacciaio alla base della montagna con una via, il confronto reggerebbe se lo paragonassi ad altra immondizia alla base, come per esempio il baule di viveri non più trovato da Maestri e soci dopo che glielo avevano lanciato dall’aereo nel 70. E’ come dire paragonare le immondizie al campo base del k2 con le fisse che ti portano in cima.
E’ curioso il fatto che Giordani firmi un qualcosa dove tra i tanti passaggi mette sullo stesso piano 1, 10 o 100 spit, non mi sembra molto in linea con quello che ha detto e fatto
Concordo con il tuo articolo sulla continua infamante denigratoria opera che ha svolto e tuttora svolge Garibotti, come c** si permette di cambiare nomi, vie ecc,che schifo, che piccolezza, che merda di uomo l’impressione che dà!
Scusate la lunghezza e grazie per lo spazio
Intanto vorrei separare le azioni individuali e personali dei contributi in un forum, soprattutto quelli a denti stretti fatti in Supertopo, rispetto al mio articolo, cui si è associata direi in maniera quasi spontanea un gruppo di persone, amici e anche degli alpinisti. Il mio articolo è nato come reazione ad un fatto di principio e non per difendere la via del Compressore. La storicizzazione degli avvenimenti serve per ribadire un fatto -romantico ma essenziale nell’alpinismo- e cioè cosa sia il rispetto di chi ci ha preceduto, immedesimazione che ci permette anche di tollerare atteggiamenti, motivazioni e metodi che altrimenti sarebbero incomprensibili. E ti dirò che molti dei firmatari non sono completamente d’accordo su molti passaggi di quanto ho scritto, non solo sulla via del Compressore. Quello che tu reputi un boomerang è il giusto e onesto pegno che si deve pagare per rivalutare nel complesso tutta la storia. Penso che se non fosse per il Compressore e per questa ‘schiodatura’, probabilmente non staremo qui ad interrogarci (io spero in maniera onesta e non preconcetta) su Maestri. Poi è chiaro, già l’ho spiegato, che come reazione a caldo non vi è stata un’azione concordata a più mani verso questo o quell’obiettivo. Ed essere arrivati a comprendere (non dico ‘difendere’) Maestri è stata una conseguenza e non un punto di partenza.
Poi è vero che un po’ si brancola a casaccio parlando di Gogna o di altre possibili adesioni, ma sono lavori in corso e certi tentativi e le molte idee vanno pesate nel complesso. Il mio blog con questi vostri pareri come pure gli interventi nei forum lavorano e si sviluppano per un’osmosi che molto spesso non ha una logica e un processo organico. Ma che se ne parli è importante purchè la bomba non ci esploda tra le mani.
La contropetizione non è arrivata perchè abbiamo calcato ‘noi’ la mano o per i commenti fatti in supertopo. Se fosse per questo sarebbe un’ulteriore dimostrazione di arrogante unilateralità e mancanza di democratico confronto. E’ arrivata, come fatto dovuto dopo gli atti processuali, a difesa dei due kids in un contesto quasi ideologico.
Il paragone tra immondizie e il box non c’entra. Io dico che i box, come le corde fisse a ‘cantiere’ e come pure il compressore sono tra i tanti metodi (tutti degni di considerazione e rispetto secondo me), nel fragile equilibrio tra tradizione e innovazione, per tentare ‘qualcosa’. Ma non mi piacciono i due pesi e le due misure… quindi se mi vanno bene i box lasciati a marcire o lanciati col paracadute, e tollero le vie aperte completamente con le corde fisse, allora mi va bene anche il compressore di Maestri.
Grazie mille, Conte, per le ottime considerazioni.
Maestri non mi è mai stato simpatico, troppo arrogante ed autoreferenziale. Con riferimento a quel periodo storico preferisco di gran lunga altri alpinisti. Lo stle da lui usato sul Torre era in linea con il suo personaggio. Premesso questo, questi 2 giovani americani mi stanno ancora più antipatici. Anzi non si può parlare di antipatia. Mi stanno proprio sui coglioni. Perchè sono stati di un arroganza senza fine, non scusabile certamente per la loro giovane età, come qualcuno propone. I due soggetti non si sono limitati a dare il loro parere o di proporre alla comunità alpinistica che i chiodi messi da Maestri fossero tolti, ma hanno deciso loro per tutti.
Non hanno indicato “la via” da seguire per il futuro, ma hanno preteso che anche il passato si inchinasse alle loro idee.
Gli integralismi sono pericolosi in tutti i campio della vita. Anche in alpinismo.
Chi stabilisce che i chiodi a pressione di Maestri sono il Diavolo dell’alpinismo, ma se ne usi solo 10 allora sei un Angelo?
Chi stabilisce che i chiodi di Maestri sono deprecabili ed invece non lo è il box usato sulla stessa montagna e buttato sul ghiacciaio?
Qualcuno potrebbe non considerare più etica la salita al Torre se arrivi alla sua base usando la tirolese sul rio Fitz Roy perchè già fissata e facilita l’accesso.
Anch’io a mio modo sono stato un integralista ed in parte lo sono ancora. Non ho mai voluto l’ossigeno nemmeno ai fini terapeutici o di sicuerzza sulle montagne più alte ed ho spinto al “MIO” massimo lo stile alpino. Per un periodo ho fatto salite in solitaria e senza alcuna assistenza evitando anche gli impianti di risalita. Ho sempre ritenuto che per salvare la strada dell’avventura in montagna fosse la strada da seguire. Ma non ho mai imposto agli altri la mia idea. Semmai nel piccolo mondo alpinistico dove mi conoscono ho cercato di diffonderla.
I due Gringos invece hanno “imposto” la loro idea.
Mi chiedo se tanto integralisti sono i due, perchè non sono passati anche dalle loro parti, intendo negli states, insomma a casa loro dove di vie ferrate (come le chiama il Guru Garibotti) ce ne a iosa. Forse perchè li rischierebbero di farsi fare il culo dai Rangers? Invece sono andati in fondo all’Argentina, a casa di altri a dettare le loro regole.
Se usassi il loro integralismo, i soliti americani che vogliono comandare dappertutto.
Ciao Fabrizio,
spero tu stia bene innanzitutto! Scusate se uso il forum per salutare un (ormai) vecchio collega, ma non ho molta dimestichezza con le chiacchiere on line e ne approfitto brevemente giusto per cortesia.
Scrivo per spezzare una lancia in favore del Garibotti che qui leggo solo come obiettivo di insulti, anche pesanti, che sinceramente trascendono un po’ lo spirito di discussione costruttiva cadendo nell’ignoranza del turpiloquio cui ci abitua la televisione, che comunque non ho a casa mia. Sarà per questo che mi rattrista leggere parolacce e assolutismi che, secondo me, hanno ben poco senso.
Rolo non è uno stupido e neppure un despota. E’ uno che ha delle idee radicali ma ha pure un’apertura mentale che lo fa ragionare senza pregiudizi. E’ un “signor alpinista” che può, antipaticamente come lo abbiamo fatto tutti, permettersi di affermare la SUA visione dell’alpinismo. E noi “alpinisti” di pregiudizi ne abbiamo parecchi e spesso ci nascondiamo dietro la salvaguardia della storia per non esporre agli altri le nostre debolezze.
Gli alpinisti sono tutti degli uomini con le loro forze e le loro debolezze ma Rolo ha sempre goduto della mia stima perché è uno dei pochi con cui parlo poco di alpinismo e tanto della vita in maniera anche profonda.
Sarà una mia opinione personale, come quella che ho scritto sul mio web (http://marcellocominetti.blogspot.com/2012/02/k-operazione-cerro-torre-il-giorno.html) ma non riesco a prendermela né con Maestri né con K&K&Garibotti perché ai miei occhi sono tutti uomini con delle caratteristiche in qualche modo eccezionali.
Penso alla Natura e al muovercisi dentro e il Cerro Torre è un tale oggetto supremo che sono felice che ora lo possano salire in meno alpinisti di prima perché non ci sono più i chiodi di Maestri. L’alpinismo è una sfida. Se diventa collezionismo perde il poco senso che già ha.
A Yosemite avevano asfaltato quasi tutti i sentieri (se ne vedono ancora dei pezzi qua e là) per renderli percorribili alle carrozzine dei disabili. Poi anche gli yankee, che si credono infallibili custodi della natura ma non lo sono affatto, hanno capito l’errore e hanno rimosso tutto l’asfalto dai sentieri. Chissà cos’avranno pensato i poveri disabili… Ma la storia degli operai e dei geometri (deliranti, aggiungo) che hanno asfaltato i sentieri è esistita e avrà avuto i suoi piccoli miti di cui in molti ancora si ricorderanno. Ecco il punto, la storia è un fatto relativo.
Quella del Torre affascina noi alpinisti e quella della “Noce Moscata” i marinai, tanto per fare un esempio.
Andiamo a scalare che è meglio!
E scusate l’intromissione, non lo farò più.
Non ho parole nei confronti dell’imbecillità di certe persone che pretendono di chiamarsi alpinisti e che rinnegano la storia o si sentono superiori ad essa.
La via del compressore era una via che ha fatto storia e che è figlia del suo tempo e che è giusto che rimanesse tale e quale, in quanto non ha senso cancellare il passato.
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egoistico, il gesto di k&k :
prima ci salgono, con la sicurezza della discesa data dagli spit e dalla via segnata,
poi tolgono tutto e non ci salira’ piu’ quasi nessuno. (e questo fara’ calare le presenze a El Chalten, te credo che son incazzati…)
minimo minimo dovrebbero risalirci, per far vedere che non e’ cosi’…