The Compressor route is no more

di Stefano Lovison

Fino al 16 di gennaio 2012 Hayden Kennedy e Jason Kruk erano semplicemente due giovani e buoni alpinisti sul Cerro Torre. Prima di allora la tanto discussa via creata nel 1970 da Cesare Maestri con l’uso di un compressore e oltre 400 chiodi a pressione, un atto che fu definito scandaloso tanto che Reinhold Messner nominò come ‘l’assassinio dell’impossibile’, fino allora, dicevo, la via del Compressore era l’unica linea lungo lo spigolo sud est del Cerro Torre.  

Quel giorno i due americani completarono le varianti sui tentativi precedenti alla via del Compressore forzando la headwall con passaggi anche in artificiale e con difficoltà fino al 7a. Sulla via del ritorno i due, pur sfruttando gli ancoraggi originari per calarsi in doppia, spezzarono più di 100 bolt.

Ciò scatenò una levata di scudi e molte polemiche negli ambienti alpinistici di tutto il mondo.

Questa in sintesi è la cronaca di come io vissi quei giorni, nello sviluppo dell’informazione e il dilagare della polemica nel mondo alpinistico, dai forum di discussione alle testate giornalistiche specializzate e non solo.

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“The Compressor route is no more… “

17 gennaio

Fu nel tardo pomeriggio che postai nel forum Fuorivia quasi un anonimo report da Alpinist.com  Compressor Chopped  commentandolo così:

La notizia nel suo genere può definirsi epocale. Completata (sui tentativi precedenti di Mabboni-Salvaterra, Wharton-Smith e Geisler-Kruk) da Hayden Kennedy e Jason Kruk la prima salita ‘by fair means’ dello spigolo sud est del Cerro Torre, in alternativa alla via del Compressore di Maestri ’70.

Si chiude un’era e forse si riapriranno le polemiche.

L’articolo di Alpinist.com  rimandava al famoso thread del forum americano di alpinismo SuperTopo in cui Rolando Garibotti celebrava in anteprima l’impresa di Kennedy e Kruk: Cerro Torre, A Mountain Consecrated – The Resurrection of the Cerro Torre

Hayden Kennedy and Jason Kruk made a very fast ascent (13 hours from the Col of Patience to the top) of the SE ridge of Cerro Torre on what for sometime we have been calling “fair means” style, which implies not using Maestri’s insane bolt ladders. We presume they used some of Maestri’s belays but in pitches only clipped 5 bolts, four placed by Ermanno Salvaterra on his 1999 variation and one placed by Chris Geisler on his and Jason’s variations last season.They followed an identical line to the one climbed by Chris and Jason last year, making a pendulum left in Chris’s last pitch, to connect a number of discontinuous features over three short pitches to reach the top (5.11+ and A2) . “During the descent they chopped a good portion of the Compressor route, including the entire headwall and one of the pitches below. The Compressor route is no more”.

 

Bolts from the Compressor Route Photo: Mikey Schaefer

Bolts from the Compressor Route Photo: Mikey Schaefer

 

In quel momento, il fatto che Kennedy e Kruk avessero finalmente scalato una linea completamente alternativa alla via di Maestri lungo lo spigolo sud est del Cerro Torre e avessero soprattutto forzato la headwall “by fair means” (scopriremo poi con l’uso di 5 spit e l’A2 che difficilmente può sposarsi con lo spirito del “salire la montagna con mezzi leali”) era di per sè la notizia ma non era ancora ben chiara la portata della frase riportata in grassetto e soprattutto il significato del definitivo “the Compressor route is no more”.

Quasi contemporaneamente UKClimbing  riportando dell’evento rincarava la dose e l’acredine verso Cesare Maestri.

the route was first climbed by hauling a gas-powered compressor drill up the wall in 1970, with which countless bolts were placed.

The route and the mountain have long been at the centre of controversy, both back in the late 1950’s and the 1970’s when Cesare Maestri first claimed a false first ascent of the mountain (1959) and then subsequently returned and massacred the mountain with his compressor (1970), as well as much more recently when young Austrian climber David Lama attempted to free climb the route and placed additional bolts.

Si scopre che l’accoglienza a Kennedy e Kruk da parte della comunità di El Chalten non è stata delle migliori. I due alpinisti vengono fermati dalla polizia locale e requisiti gli oltre cento chiodi a pressione tolti dalla via Maestri, chiodi che saranno presi in consegna e conservati presso le installazioni della Seccional Lago Viedma, dove sono custodite diverse testimonianze della storia alpinistica locale.

Jason Kruk e a Hayden Kennedy vengono dichiarati “non gratos” – non graditi – dall’istituzione del Centro Andino locale.

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18-20 gennaio 

In Fuorivia la discussione si infiamma. Molti dei forumisti capitanati da Enzolino (Lorenzo Castaldi) che hanno a cuore la questione dirigono le loro analisi e interrogativi anche nei forum in lingua inglese, UkClimbing e SuperTopo, trovando nella disputa serrata anche degli alleati autorevoli in alpinisti del calibro di Steve Schneider, Scott Cosgrove e Werner Braun.

Enzolino in UkClimbing forum

 

20-21 gennaio 

E’ solo questione di giorni, giorni di bel tempo stabile in Patagonia. David Lama accompagnato da Peter Ortner riesce a liberare la Via del Compressore. La salita avviene in due giorni con bivacco in parete. La via si discosta a tratti di alcuni metri dalla linea originale e la salita è resa ancora più difficile dal fatto che gli americani pochi giorni prima hanno schiodato in gran parte la via dai chiodi a pressione originali.

L’articolo in PlanetMountain commenta:

Dicevamo delle ripercussioni sui Forum di alpinismo (due tra tutti: l’italiano Fuorivia e lo statunitense SuperTopo). Una discussione che ha letteralmente diviso il mondo dell’alpinismo. Non solo perché in molti contestano la definizione di “by fair means” che è stata data per presentare la realizzazione di Kruk e Kennedy: l’uso di 5 spit e l’A2 difficilmente può sposarsi con lo spirito del “salire la montagna con mezzi leali”. Ma soprattutto perché in molti contestano e non accettano la successiva schiodatura della via di Maestri. Le motivazioni della contestazione sono varie e non sono prive di provocazioni anche forti. Tipo la definizione di “cowboy americani” che si arrogano il diritto di “salvare il mondo” e di decidere per esso. Molto peso è stato dato, infatti, all’assemblea di alpinisti a El Chalten che nel 2007 ha deciso a maggioranza di lasciare così com’era la Via del Compressore. Tra le provocazioni anche la proposta di schiodare, usando lo stesso criterio applicato alla via di Maestri, anche a The Nose sul Capitan, la famosissima via di Warren Harding sempre aperta con chiodi a pressione, in contrasto con l’etica che al tempo era prevalente a Yosemite. E’ chiaro che queste sono provocazioni. Ed è anche doveroso dire che in molti difendono la schiodatura. 

Ma quello che a noi sembra essere più interessante è che la posizione prevalente di chi contesta e non ritiene accettabile questo atto sembra essere dettata da un principio, se volete, di “garanzia di libertà”. Ci sembra, insomma, che la schiodatura abbia toccato quel principio di “anarchia” (se ci è permesso scomodare questo termine) che sta alla base dell’alpinismo. In definitiva: tutti possono, a parole, non essere d’accordo e quindi contestare e mettere in dubbio una realizzazione, ma nessuno può passare ad atti di fatto, e con “la forza” schiodare una via. Quel che si teme, e non senza ragione, è che se passasse questo principio chiunque (gruppi o individui singoli) potrebbero decidere (appunto arrogarsi) il diritto di agire schiodando e modificando unilateralmente e fisicamente quanto fatto da altri. 

 

Da tempo nel mio blog, Alpine Sketches, seguivo le vicende patagoniche. Avevo appena pubblicato il post Pataclimb: quando la toponomastica nasconde una crociata  argomentando sul fatto che Rolando Garibotti, grande alpinista e guru di queste montagne, avesse fatto dell’etica alpinistica una religione e la revisione dei toponimi di quei luoghi lo strumento di una crociata personale.

Quando il 23 gennaio Enzolino lo traduce in inglese e lo pubblica in SuperTopo l’articolo esce letteralmente sul pezzo. 

Dopo la fine del toponimo Colle della Conquista dobbiamo aspettarci la rinomina anche di questa cima?

E vogliamo anche dire che il rigore di Garibotti produce degli effetti quanto meno discutibili: come quando in nome della purezza Colin Haley non si auto-aggiudica la prima solitaria al Cerro Pollone ammettendo di non avercela fatta per un paio di metri… pur avendo accarezzato, con la becca della piccozza un punto ad appena 40 cm dalla cima.

Un rigore che peraltro diventa insolenza quando Maestri viene trattato come un povero demente (Maestri’s insanity), dallo stesso Colin Haley nel suo blog Skagit Alpinism, che con precisione maniacale indica uno per uno i bolt della via del Compressore, una giovane star dell’alpinismo contro un uomo ormai vecchio che dopo mille battaglie tra le montagne e le polemiche, lotta per la sua salute. 

Già. La Compressor Route, la Maestri ’70. Qui Garibotti dimostra il suo furore più acceso trattandola come via infame e nominandola provocatoriamente Compressor Via Ferrata. Come attrezzature e dotazioni alpinistiche consiglia solo un kit da via ferrata, qualsiasi esso sia: e il coraggio lo si può lasciare a casa.

Di sicuro Garibotti non fa nemmeno uno sforzo per contestualizzare al periodo le azioni di Maestri come alpinista e come uomo, quei 54 giorni di alpinismo invernale seguiti da altri ancora nell’autunno successivo, con congelamenti e l’uso di un compressore a combustibile che si dimostrò se non inutile, un’impresa nell’impresa, alla Fitzcarraldo.

 

Ma mentre nei forum le polemiche dilagano, in tutto il mondo alpinistico ufficiale sembra prevalere un clima attendista. Il gruppo vicino a Garibotti (Haley, Kennedy) si guarda bene dall’esporsi ulteriormente. Forse qualcuno sta preparando la cavalleria ma ancora nulla si è letto o qualcosa che sia chiaramente una presa di posizione pro e soprattutto contro, specie in Italia.

 

25 gennaio

Chiedo ai forumisti di Fuorivia se sono favorevoli a sottoscrivere un documento di biasimo e condanna verso l’azione di schiodatura in modo che diventi di pubblico dominio. L’accordo comprende che Enzolino scriva un proprio documento da far pubblicare in Alpinist.

Lo stesso giorno viene pubblicata dal giornale locale di El Chalten, La Cachaña, una lettera di Marianna Fava, figlia di Cesarino che è la prima presa di posizione netta e a sfavore di Garibotti e degli ‘schiodatori’.

Opinión En respuesta a las declaraciones de Garibotti, Haley, Kruk y Kennedy

 

26 gennaio

Finalmente esce in Alpinist.com  Kennedy Kruk Release Statement, il manifesto dell’impresa firmato proprio dai protagonisti.

There has been a lot of talk over the years about chopping the Compressor bolts. Undoubtably, it is a lot easier to talk about it than to actually do it and deal with the consequences. After a lengthy introspection on the summit, we knew the act needed to be initiated by one party, without consensus. The tribes will always remain too polarized to reach a common ground. Of course at cocktail hour in El Chalten there was much talk of those ‘what ifs’ of climbing the SE Ridge. Truthfully, during our climb and the days preceding it, Hayden and I talked nothing of removing the bolts.

In the end, we removed the bolts on the entire headwall and on one of the pitches below. Our best guess would count around 125. We would have continued chopping below, if not for our friends Victor and Ricardo, dependent on the bolts of the 90-meter bolt traverse to descend themselves.

The question that remains, is why? Maestri’s actions were a complete atrocity. His use of bolts and heavy machinery was outrageous, even for the time. The Southeast Ridge was attainable by fair means in the ’70s, he stole that climb from the future.

 

31 gennaio 

L’articolo  I Talebani del Cerro Torre  è pronto e lo pubblico in Alpine Sketches.

L’azione del canadese Jason Kruk e dell’americano Hayden Kennedy è il frutto di una decisione unilaterale e di una concezione dell’alpinismo in cui vengono a mancare il rispetto per le figure del passato e la capacità di contestualizzare le imprese (o i tentativi) rapportandole alle condizioni di un tempo, all’attrezzatura allora disponibile, all’isolamento di quei luoghi all’epoca di Maestri. El Chaltèn, che nel 2007 si era espressa contro la schiodatura della via di Maestri, ritenendola comunque “patrimonio storico” ha ritenuto giustamente K&K persone non gradite alla comunità. Spaccando la stragrande maggioranza dei chiodi  (con Kruk e Kennedy che si sono arrogati il diritto di stabilire un grado di purezza) si è voluta cancellare la storia, come se Maestri fosse stato un tiranno detestabile e sanguinario e la sua via fosse stata un suo monumento, e non la faticosa traccia di un uomo su una montagna.

Contemporaneamente Luca Maspes nel suo blog Masinoclimbing scrive Cerro Torre pulito?

Il Cerro Torre pulito? A me sembra più sporco di prima. Ad una provocazione di 40 anni fa – perché quella di Maestri è stata anche una provocazione – si è risposto con la presunzione e l’arroganza. Non voglio pensare che questo atto diventi un messaggio etico per il futuro dell’attività, perché sennò, ad ogni passaggio di generazione e di mezzi la storia dell’alpinismo continuerebbe a ripartire daccapo. In questo caso inoltre chiamare la salita “by fair means” per me è ridicolo quando sono stati usati gli stessi mezzi per l'”assassinio dell’impossibile”. Quindi se vuoi fare il puro non parti ancora con il perforatore nello zaino come ha fatto chi ha tracciato le varianti alla via (ad esempio lo stesso Kruk nel precedente tentativo)… e purezza per purezza, ora mi chiedo il valore storico che hanno tutte le vie aperte a fianco che si sono connesse alla via Maestri per raggiungere la cima del Torre, guardacaso vie aperte da alpinisti che oggi applaudono il gesto vandalico di Kennedy e Kruk.

 

1 febbraio 

Viene pubblicato nella rubrica Montagna de La Provincia di Giorgio Spreafico, il commento di Mario Conti (uno dei magnifici 4 salitori della storica Via dei Ragni sulla ovest del Torre del 1974 )  Cerro Torre: the bolt chopping and its history as seen through the eyes of Mario Conti

Sicuramente voglio fare i complimenti per la salita di Kennedy e Kruk ed ancor di più a David Lama per la libera. Sulla rimozione dei chiodi di Maestri sono invece assolutamente contrario.Una via aperta nel 1970, quando neanche esisteva El Chalten e la Patagonia non era accessibile come oggi, sicuramente con metodi che non condividevo allora e non approvo neppure oggi, merita comunque il rispetto per il valore storico. Questa via resta infatti, assieme alle polemiche e alle pagine di letteratura da essa ispirate, un pezzo di storia dell’alpinismo, storia composta da belle e brutte cose, rappresentativa dell’alpinismo di quegli anni.Maestri ha messo chiodi a pressione nel 1970, ma altri non sono stati da meno, basti pensare agli stessi spit di Lama con successiva rimozione ad opera di Garibotti. Diciamo chiaramente che tra i salitori del Torre nessuno può dirsi coerente con quanto professato. Chiodi e soste di Maestri sono stati usati da tutti. La certezza di una rapida via di discesa ha permesso a molti, tra cui alcuni famosi apritori, di giocarsela fino all’ultimo, così come altri hanno usato gli ultimi tratti per concludere le nuove linee. Ricordo infatti che le uniche linee indipendenti che arrivano in vetta restano la nostra via e appunto la Maestri con l’ultimo tratto salito da Bridwell.Sicuramente ora è preclusa ai più la possibilità di salire il Torre.Certamente sulle Alpi queste vie simbolo di un alpinismo somparso sono state vissute diversamente. Vie di Maestri e altri, come la Minussi in Lavaredo, sono state salite in libera, ma nessuno si è mai arrogato il diritto di cancellarne il valore storico rimuovendo la chiodatura originaria.Evidentemente al Torre non è così, il fascino di essere protagonisti di una polemica con big e sconosciuti appassiona più delle salite e così Kennedy e Kruk passeranno alla storia non grazie alla loro bella salita, bensì ancora grazie a Maestri e alle polemiche sulle sue scelte di oltre quarant’anni fa. In questo senso dovrebbero almeno ringraziarlo.

 

1 febbraio 

Apro un topic in Fuorivia per raccogliere adesioni al documento I talebani del Cerro Torre. I primi firmatari oltre al sottoscritto sono gli utenti più attivi nello scambio polemico nei forum di lingua inglese: Maspes, Enzolino, Bueosmarso, New Age…

In Alpine Sketches, I Talebani del Cerro Torre, trainato dai socialnetwork e dai forum registra un boom di migliaia di visite e decine di interventi al post.

 

4 febbraio 

Colin Haley nel suo blog pubblica The Removal of Cesare Maestri’s Bolt Ladders on Cerro Torre  una accesa requisitoria a difesa di Kruk e Kennedy che si trasforma in un atto di accusa verso Cesare Maestri senza nessuna esclusione di colpi bassi

WHAT ABOUT RESPECT FOR CESARE MAESTRI?

Several people have been calling for more respect to be paid to Cesare Maestri, who is now in his old age and of failing health. Sorry to be brutally honest, but I simply don’t have respect for liars. Maestri told the biggest lie in the history of climbing for the gain of his own reputation. Alpine climbing often relies on the honor system, and unfortunately people like Maestri ruin the system of honesty for all of us. Dishonesty goes beyond the simple game of besting one’s competition – consider for a moment that Maestri’s drive to be labeled the winner was so great that he didn’t even have the decency to tell Toni Egger’s mother and sister the true circumstances of how Toni died in the mountains.

The fact that Maestri also vengefully showed the world the most heavy-handed climbing style it has ever seen – the epitome of the “murder of the impossible” – doesn’t help him gain respect.

 

6 febbraio

Esce l’articolo di Kelly Cordes  Cerro Torre: Deviations from Reason anch’esso in difesa degli americani.

Well, not those sitting on their asses, frothing at their keyboards about how Hayden and Jason were too young to make such a decision, insisting that they should have been consulted first, as if they’re owed something and could then grant or deny a has-been-never-was web-forum-climber stamp of approval. No, not them. And not those unable or unwilling to appreciate Cerro Torre on its own terms, or the ignorant who flew into a frenzy over a mountain, now somewhat restored, that they know nothing about. Nor those, like me, who sit from the comforts of home and agree with the removal.

No, the ones who got to decide were the ones with the courage and the skill to unravel and accept the mysteries of Cerro Torre’s spectacular southeast ridge. 

One afternoon three weeks ago, those two sat talking on Cerro Torre’s summit, and Hayden said to Jason, “All of our heroes have been talking about this for 40 years. Let’s do it.”

That’s who.

Same as it ever was, really.

 

7 febbraio 

Dopo un contatto con Vinicio Stefanello e smussato in alcune frasi I Talebani del Cerro Torre viene pubblicato in PlanetMountain.com in italiano e nella versione in inglese sia nel sito che nel mio blog. Nel frattempo la raccolta di adesioni al documento viene estesa negli altri forum italiani: OverTheTop, PlanetMountain, On Ice. Nel giro di pochi giorni vengono raccolte un centinaio di firme di alpinisti, di semplici appassionati e di molte guide alpine del collegio lombardo e dei Ragni di Lecco.

 

9 febbraio 

Esce in PlanetMountain.com  Schiodatura del Torre, le riflessioni di Mario Manica e Manuel Lugli

Sulla via del Compressore, lo stile simil imperialista parrebbe lo stesso. Ecco svegliarsi qualcuno la mattina e decidere di cancellare la storia. Una storia che peraltro non è stata presa da esempio. Anzi. L’essere lì è servita proprio per non raccoglierla. «Il Cerro Torre non è di tutti. Il Cerro Torre è argentino», scrive in un blog Marianna Fava, figlia di Cesarino Fava. E gli argentini di El Chalten avevano discusso sulla questione già da tempo, decidendo poi di lasciare il Torre così com’era. Dunque perché intromettersi?Le motivazioni del gesto di questi climber americani (e del coro di sostegno e approvazione che li ha accompagnati, non senza la riprovazione di molti altri scalatori loro connazionali) non sono forse simili? Liberiamoci del male assoluto. A loro non serve il permesso. C’è da chiedersi perché non agiscano così a casa propria.

 

16 febbraio 

The Guardian pubblica l’articolo Climbers anger Italians by removing bolt ‘ladder’ from Cerro Torre peak

While many have applauded their actions, one of the most trenchant criticisms has come from Stefano Lovison in an article that lists the support of dozens of leading Italian climbers. He said Kruk and Kennedy’s “militant and arrogant” actions were “the result of a unilateral decision and of a concept of mountaineering which lacks respect for those of the past. Furthermore, this concept clearly lacks the ability to place past climbs (or attempts) into their proper context, in relation to the prevailing conditions, to the equipment available at the time and to the isolation of those places in the Maestri era.

“By chopping the vast majority of bolts (Kruk and Kennedy arrogated the right to determine a degree of purity) one deliberately wanted to eliminate a part of history, as if Maestri were a detestable and bloodthirsty dictator, and as if his route were a monument to him and not merely the traces of man’s gruelling efforts up a mountain”.

 

15 febbraio 

Ricevo da Cesare Maestri una lettera e un libro con dedica che conserverò tra i ricordi più cari.

 

16 febbraio 

La presidentessa del Club Andino mi scrive:

“Gracias again, we hope to see you soon in the town and please, came home to drink some “mate” and share some stories!”

 

19-21 febbraio 

L’escalation delle polemiche a livello internazionale doveva prima o poi portare ad una risposta alla sottoscrizione di biasimo italiana. Azione che si concretizza con una petizione ‘mostruosa’ che raccoglie il meglio dell’alpinismo mondiale a favore della schiodatura quando Rolando Garibotti pubblica la carta Cerro Torre – “An Impossible Mountain”  pubblicata prima in  Climb e dopo un paio di giorni anche in Alpinist

In 1952, after making the first ascent of Cerro Fitz Roy, Frenchman Lionel Terray described the nearby Cerro Torre as “an impossible mountain,” a phrase that described well the ice-capped, mile-high granite needle. In early 1968 an Anglo-Argentine team composed of Martin Boysen, Mick Burke, Pete Crew, Jose Luis Fonrouge and Dougal Haston attempted the southeast ridge of Cerro Torre, managing to climb 450 meters above the Col of Patience without placing any bolts. In December of 1970 Italians Ezio Alimonta, Carlo Claus and Cesare Maestri climbed to within 60 meters of the summit, turning around while still on vertical ground, having placed upwards of 300 bolts with the help of a gas-powered air compressor. Courtesy of the use of the compressor, the “impossible mountain” was no more. In January of 1979 Americans Jim Bridwell and Steve Brewer completed Alimonta, Claus and Maestri’s near miss, finishing the so-called Compressor Route. In January of 2012 American Hayden Kennedy and Canadian Jason Kruk climbed the southeast ridge without using any of Maestri’s bolts for protection and during the descent chopped 120 of his bolts. A few days later, David Lama and Peter Ortner free climbed the southeast ridge without using Maestris’ bolts for protection.

 

Rolando Garibotti aveva mobilitato il gotha dell’alpinismo mondiale sotto l’egida delle più influenti riviste e di Patagonia® e a poco era servito l’orgoglio di una cordata spontanea di appassionati che si era levata contro un establishment, neanche fossimo stati dei Davide contro Golia.

La causa, almeno dal punto di vista mediatico, era persa!

A meno che non avessimo rilanciato con l’adesione di pesi massimi dell’alpinismo europeo e americano. In quelle liste mancavano ancora i pareri di tanti alpinisti che la storia del Cerro Torre e della Torre Egger l’avevano fatta. Mancavano quasi tutti gli italiani, molti sloveni, Steph Davis, Jim Bridwell e Steve Brewer e poi molte altre firme e il parere del CAI che avrebbero potuto ribaltare la faccenda in termini di autorevolezza.

Ma quello che mi aspettavo come reazione era ben altro. E nel mio animo vi era un’altra delusione.

Quello che secondo me dovevano fare era raccogliersi e guardarsi intorno e dire: “ok ragazzi, la storia è arrivata al limite: parliamone tutti insieme!!!”

E invece?

Se uno fosse caduto dalla luna, conoscendo i valori in campo di quella lista e avesse letto i commenti, sarebbe andato diretto in wikipedia per scoprire di che pasta miserabile e infame era fatto questo Cesare Maestri.

L’assassino dell’impossibile era sconfitto, finalmente! E con la schiodatura della via di Maestri si era decretata, sancita e sottoscritta la vittoria delle regole contro tutte le balle sull’anarchia dell’alpinismo.

D’ora in avanti dovevamo sentirci tutti timorati dall’usare qualsiasi mezzo non leale, lecito e regolamentato.

Come pure saremmo stati abilitati a ridiscutere, svalutare e anche ‘normalizzare’, cancellandole, le vie che ci sarebbero risultate anacronistiche, sleali o con poco stile.

 

21 febbraio 

Pubblicato in Alpinist esce The Beauty, the Tribe and the Choppers di Lorenzo Castaldi ‘Enzolino’.

Some believe that Cerro Torre will either benefit, or suffer for the last events. I think she is just happy to again be the center of the attention. On the contrary, I believe that the first victims of this story are Kennedy and Kruk. They have already been considered persona non grata from the village of El Chalten. Climbing history will remember them as the choppers of Cerro Torre. I guess no serious company would sponsor two athletes with such an elastic concept of what “fair means” is, and with such a low respect for climbing history and our predecessors. In the meantime something will happen for sure around Cerro Torre. She hates to be ignored, and she loves to be in the news as much as possible. So, we don’t know what but, for sure, something will flame up again in the future and climbing debates will rage. All just to keep Cerro Torre at the center of the stage.

 

22 febbraio

MontagnaTv pubblica il verbale della riunione cittadina del 26 gennaio, durante la quale sono stati dichiarati indesiderati a El Chalten Jason Kruk e Hayden Kennedy.

“Gli alpinisti non sono un’elite privilegiata ma semplici esseri umani che hanno gli stessi doveri di chi alpinista non è. Come si può pensare che gli abitanti di El Chalten non debbano avere voce in capitolo perché non raggiungono il livello degli scalatori “d’élite”?”. Questa la risposta di El Chalten, a chi come Rolando Garibotti avrebbe dichiarato di non volere un confronto con gli abitanti del paese per via di un impari livello alpinistico. Pubblichiamo il verbale dell’assemblea cittadina tenutasi a fine gennaio scorso, che riferisce quanto accaduto ai piedi del Cerro Torre all’indomani della schiodatura della via di Maestri e le conclusioni del dibattito pubblico.

 

28 febbraio Esce in MontagnaTv  l’opinione di Maurizio Gallo,  L’alpinismo è sull’orlo della follia

La storia dell’alpinismo è stata caratterizzata da periodi diversi e contraddittori con diverse etiche di salita e grandi imprese per ogni epoca. La salita di Maestri al Cerro Torre fa parte della nostra storia e distruggerla così senza nemmeno interpellare chi, con una impresa incredibile per l’epoca, aveva aperto una linea di salita dove nessuno sarebbe mai riuscito a salire, è per me un vero atto di “vandalismo alpinistico” e va condannato sempre e comunque.

A questo punto potremmo dire che Hillary e Tenzing non hanno salito per primi l’Everest perchè hanno usato l’ossigeno. O che tutte le vie chiodate in artificiale devono essere schiodate: anche Bonatti vedrebbe sparire molti dei suoi capolavori!

 

Quando ormai la polemica sembra acquietata e nei forum tutto è stato detto come le opinioni espresse in ogni ambiente alpinistico, il 13 marzo viene pubblicato il punto di vista di Jim Bridwell sulla schiodatura della Via del Compressore, l’opinione molto cruda e critica verso la sua America del primo ripetitore della via di Maestri ’70.

Suggerirei a tutti gli alpinisti con grandi ambizioni alcuni adattamenti positivi nei loro obiettivi motivazionali, cercare di tendere più verso l’avventura e l’ignoto e meno verso il controllo nella perfezione dei mezzi. Non esiste nessuna avventura nell’arrampicata paragonabile a una prima ascensione. Se gli scalatori vogliono dimostrare il loro virtuosismo e le loro capacità, questo fine sarebbe servito al meglio aprendo una nuova via. Ma dovrebbero essere anche preparati ad affrontare il giudizio di futuri arrampicatori ipocriti, pronti a criticare la loro via.

Alla fine la questione sarà decisa dal tribunale dell’opinione pubblica. Attualmente, mi vergogno di essere statunitense, ma questa non è l’America in cui sono nato. Dirò di più, rinuncerò alla mia cittadinanza in questa nuova nazione. “E, dopo tutto, nessuna nazione può trascendere i valori morali dei suoi cittadini, come esemplificato dai dirigenti liberamente eletti. Ignoranza ed egoismo garantiranno la caduta anche della forma di governo più elevata”. Dio impone, l’uomo dispone.

 

Siamo all’epilogo

In Pataclimb vengono tracciate le nuove linee e rinominata la via di Maestri non riconoscendo più nemmeno la paternità agli italiani:

Nel dicembre del 1970 gli italiani Ezio Alimonta, Carlo Claus e Cesare Maestri sono saliti a circa 60 metri dalla cima, tornando indietro quando erano ancora su terreno verticale dopo aver fissato oltre 300 chiodi a pressione con l’aiuto di un compressore d’aria alimentato a gas. Grazie all’uso del compressore la “montagna impossibile” non lo era più. Nel gennaio del 1979, gli americani Jim Bridwell e Steve Brewer hanno completato il tratto mancante di Alimonta, Claus e Maestri finendo la cosiddetta Via del Compressore. Nel gennaio 2012 l’americano Hayden Kennedy e il canadese Jason Kruk hanno salito lo spigolo sud-est senza utilizzare nessuno dei chiodi di Maestri per la protezione, e tagliando durante la discesa 120 dei suoi chiodi.

News 20120219torre

 

22 marzo  

Il 21°  Piolets d’Or, nella giuria di internazionale composta da Stephen Venables, Gerlinde Kaltenbrunner, Silvo Karo e Katsutaka Yokoyama assegna una menzione speciale alle due salite del Cerro Torre: quella effettuata da Hayden Kennedy e Jason Kruk lungo la via del Compressore e quella, compiuta pochi giorni più tardi, da David Lama e Peter Ortner sulla stessa via.

Le motivazioni della “Menzione speciale” sono state illustrate dal presidente della Giuria, il britannico Stephen Venables: “Nel 1970 Cesare Maestri salì lungo la parete sud-est piazzando non meno di 300 spit. La via artificiale alterò la conformazione di questa montagna così spettacolare e selvaggia. Nel gennaio 2012 Kennedy e Kruk hanno risalito la parete e tolto un gran numero di quelle protezioni: si è trattato di un primo passo per restituire alla montagna la sua fisionomia originale. Qualche giorno più tardi Lama e Ortner hanno invece realizzato la prima ascensione in libera della via, compiendo un’impresa ancor più notevole”. I protagonisti di entrambe le scalate saranno presenti ai Piolets d’Or 2013.

 

 

25 marzo

Questa ‘piccola storia ignobile’ per me ebbe termine pochi giorni dopo, all’alba del 25 marzo 2012, quando Lorenzo Castaldi morì sulla parete nord dell’Ortles, travolto  da una valanga provocata dal distacco di un seracco. Con il nickname “Enzolino”, Lorenzo era stato uno dei riferimenti più conosciuti e stimati delle community alpinistiche del web. Negli ultimi tempi era stato uno degli animatori più attenti e competenti del dibattito seguito alla schiodatura del Cerro Torre, tanto che i suoi interventi erano stati ripresi da alcune importanti testate web. La sua scomparsa fu una perdita per tutti.

In quei giorni le community alpinistiche deposero le armi e si reincontrarono in suo onore a celebrare, dopo tante polemiche, i migliori valori dell’Alpinismo.

http://www.forum.planetmountain.com/phpBB2/viewtopic.php?t=47931

http://www.fuorivia.com/forum/viewtopic.php?f=12&t=32034

http://www.supertopo.com/climbers-forum/1784864/RIP-Lorenzo-Enzolino-Castaldi

http://www.ukclimbing.com/forums/t.php?t=499793

altri link

A Season in Patagonia, Part II con articolo di Luca Signorelli

Articolo di  Rolando Garibotti in Rock and Ice magazine, 2007

Discussioni nei forum:

Fuorivia:  “Cerro Torre: The Compressor route is no more…”

Supertopo: “Cerro Torre, A Mountain Consecrated

UKClimbing forum: “Colin Haley on the Cerro Torre Saga

Stefano Lovison

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