Tempo per respirare

di Stefano Lovison

Montagna vissuta, vista, sognata… tempo per respirare.
Citando Reinhard Karl, Alpine Sketches si ferma qui.

E mi piace che chiuda dopo l’ultimo articolo di Francesco Lamo, dedicato al Gigante col cuore della valle dei Sogni.

Alpine Sketches ha raccolto in un paio d’anni centinaia tra pareri e contributi e decine di migliaia di visite. Ha ascoltato ed è stato custode di molte voci dalla montagna.
Da quelle più intime, degli odori del bosco in autunno o del profumo della neve in primavera;  con gli occhi di grandi alpinisti ma anche attraverso la visione (auto)ironica di un alpinismo ‘medio’ ma mai mediocre e non meno autorevole; nelle storie di pareti vinte e di battaglie perse; con la profonda mestizia  per chi se n’è andato davvero troppo presto ma anche con il sorriso nel cuore di chi ha vissuto i suoi giorni grandi.

Alpine Sketches è passato attraverso giorni di silenzio ad altri di grande clamore mediatico. Migliaia di clic sul Cerro Torre e  Cesare Maestri  ma anche per le allegre disavventure di Ansia Kammerlander o per la storia “pazzesca” di Michela Canova.

Ora A.Sk. si ferma per guardarsi intorno e prendere fiato ma il blog non chiude.
Resterà aperto come lo sono i bivacchi senza un gestore, dove ci si può accomodare per lasciare delle opinioni o solo una firma ricordo nel libro di rifugio.
E se non volete essere solo di passaggio scrivetemi in privato, mi farà molto piacere rispondervi.

Grazie a tutti e a presto!

Stefano Lovison

Ho lasciato dietro di me la
solitudine alla macchina per scrivere.
Ascoltando dentro di me, spesso
non ho sentito altro che il
silenzio dei monti.
Di nuovo è giunta per me l’ora di
abbandonare le pianure della civiltà.
Di nuovo sono irrequieto.
Mi sono reso conto di quante ore dure
io abbia dovuto passare in montagna solo
rileggendo le mie righe.
Tuttavia sono arrivato più lontano seguendo
il lungo giro per i monti, che non seguendo
le vie del piano.
Intuisco che l’alpinismo di prestazione sportiva
possa essere anche solo una tappa della vita.
Forse l’ultimo scalino prima di diventare davvero adulti.
Ma i monti mi hanno dato molto.
Forse la lotta con la montagna è paragonabile alla salita.
Rimane impressa nella coscienza perché è così faticosa.
La felicità è paragonabile alla discesa.
Si scende facilmente e in fretta si dimentica.
Non importa quale montagna si salga:
lassù si guarderà sempre piu lontano.
Non so cosa si cerchi lassù.
La verità è così complicata che nessuno la capisce.
In realtà la montagna è solo una meta nominale:
quello che conta, sono le ore, i minuti, i secondi,
e come si vivono.
Ora i miei problemi non saranno più
gli otto mila metri o l’VIII grado.
Il mio problema sarà ora l’arte
di salire una montagna.

Reinhard Karl

Arrampicare nella città del VatiCAIano

La civetta

Sketch of…

Il ruggito dei grilli (Zucco dell’Angelone)

Alfonso Vinci

Riccardo Cassin e Popi Miotti

Collana (Mario) Monti d’Italia

Changabang e Kalanka

La Patagonia di Ermanno Salvaterra

Sass Maòr, la supermatita delle Dolomiti

Agnèr, il Gigante con il cuore

In due sulla Torre Egger

Sulle cime dal verde cappello

Riccardo Bee

Pete Boardman

Gian Carlo Grassi

Lorenzo Massarotto

The Nose: tra sogno e leggenda

Battaglie perse?

Il tuono, la falce e la corriera

Bill Denz

Changabang e Kalanka

Rest day in Taghia

Il Paese di Luca Visentini

Che avrebbe detto Warren?

Claudio Corti: una vita nell’ombra dell’Eiger

Ricordo di un’avventura pazzesca

L'”altra” Casarotto

Grimsel: il paese delle placche

Cosas Patagònicas

Pensieri

Sci-Alpinismo e fotografia, due passioni che si re-incontrano